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2025

Backwaters

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31 Dicembre 2024

Oggi è il giorno del trekking nelle piantagioni di tè ma dobbiamo prima attendere il nostro pulmino sulla strada per raggiungere la nostra guida – il nostro homestay è raggiungibile solo a piedi o parzialmente dai tuc tuc.

Abbiamo così l’occasione di renderci conto del profondo legame religioso che pervade i cattolici del Kerala. Sulla curva della strada principale si erge il St. Antony Shrine, un santuario dedicato a Sant’Antonio con una piccola cappella per l’adorazione. Sulla cappella è posata una ghirlanda di fiori (di quelle che siamo abituati a vedere al collo delle divinità hindu e dei loro credenti) e al fianco è presente un candeliere votivo. E dato che al sacro non si può non associare il profano, tutt’intorno le bandiere comuniste del CMP, il partito al governo. Eh sì, perchè anche a Cochin abbiamo visto molte bandiere con falce e martello e la sigla CMP ed allora scopriamo su Wikipedia che in Kerala si alternano regolarmente al governo questo partito comunista ed il Partito del Congresso.

Al punto d’incontro conosciamo Bhimal, guida della Munnar Trekking Adventure (link qui), che ci accompagnerà alla scoperta delle piantagioni. Bhimal subito ci spiega come si producono i diversi tipi di tè. Della pianta sono importanti le foglie. Le piccole servono per produrre il white tea, il tè bianco. Le grandi servono a produrre il green tea, il tè verde. Mentre con una miscela delle due viene prodotto il black tea, il tè nero, l’unico dei tre a subire un processo di tostatura. Scopriamo che il tè viene raccolto due volte al mese per tutto l’anno e che queste piantagioni furono fondate dagli inglesi nel 1881, andando a soppiantare le foreste preesistenti.

La proprietà è della Tata Group, uno dei maggiori gruppi industriali indiani, con sede a Mumbai e con una lunga storia industriale nei più svariati settori produttivi. Bhimal ci racconta che gli inglesi spostarono qui le popolazioni tamil dal confinante Tamil Nadu per impiegarle nella raccolta e che ormai sono quattro generazioni che la sua famiglia vive qui.

Sono normalmente le donne a raccogliere il tè, mentre agli uomini sono affidati i lavori di manutenzione. La remunerazione è di 480 rupie (5 euro) al giorno ogni 27 chili di foglie di tè raccolte e si lavora dalle 8 alle 17 con un’ora e mezza di pausa. Nel weekend ci si riposa il sabato pomeriggio e la domenica. Bhimal ci conduce per un percorso di 7 km portandoci dai 1400 metri della strada ai quasi 1800 metri della cima delle Lakshmi Hills (link al percorso registrato su Wikiloc qui)

Finito il trek siamo di nuovo sul nostro pulmino per raggiungere la costa. Lo spostamento è lunghissimo (anche a causa di alcune strade interrotte) ed arriviamo al Telma Beach Homestay, nel villaggio di Mararikulam (nel distretto di Alappuzha o Alleppey), praticamente per ora di cena.

Il nostro homestay è molto bello ed è un peccato potercelo godere solo per questa notte. Ma è la notte di capodanno ed allora andiamo a cenare sulla spiaggia al Sea Lap Beach Restaurant. È un ristorantino a gestione familiare, che comprende anche un homestay in realtà, dove mangiamo ottimo pesce e dove a mezzanotte i bimbi della famiglia si entusiasmano a dar fuoco alle micce dei fuochi d’artificio preparati dai genitori sulla spiaggia 🎆

1 gennaio 2025

Non avendo fatto tardissimo per la notte di capodanno non abbiamo problemi al risveglio della mattina del primo giorno del nuovo anno. Prima della colazione nel nostro homestay faccio una passeggiata sulla spiaggia.

La spiaggia è piena di pescatori che hanno tirato a secca le loro reti e le stanno svuotando del pescato. Spesso queste reti sono stese dalle barche che ora vediamo in secca. Altre volte sono tese dalla riva a formare una grossa sacca nelle acque basse di fronte la spiaggia.

Dopo un’eccellente prima colazione col pulmino raggiungiamo ad Alappuzha l’imbarcadero della nostra nave per l’escursione nelle backwaters. Ci imbarchiamo sulla Floating Dreams della Pournami Houseboats (link qui)

Le backwaters sono una rete di laghi e lagune salmastre collocate parallelamente alla costa del Mare Arabico (nota anche come Costa di Malabar) nello Stato del Kerala. La rete comprende cinque grandi laghi collegati da canali, sia naturali che artificiali, alimentati da 38 fiumi, e si estende per un’area che copre la metà della lunghezza dello Stato. Di fatto sono un sistema labirintico di più di 900 km di corsi d’acqua, paragonabili al bayou americano.

Il nostro gruppo occupa completamente l’imbarcazione che ci porterà in navigazione per tutto il giorno e su cui dormiremo questa notte.

L’ambientre lacustre è indubbiamente popolato da… barche (un botto!) e uccelli (molti anche loro). Tra questi i più diffusi sono i cormorani, i martin pescatori e le sterne. Ma quello che veramente la fa da padrone e che attira l’attenzione è il nibbio bramino.

Fate attenzione perché i locali non chiamano il nibbio bramino col suo nome inglese brahminy kite, ma eagle, aquila! Ma quì di aquile vere non se ne vedono.

La navigazione è lenta e sonnacchiosa ed è interrotta da una sosta lungo il canale per acquistare del pesce o dei crostacei extra per chi volesse arricchire la cena e poi per sfruttare la possibilità di usufruire di massaggi ayurvedici.

Il massaggio ayurvedico è una pratica antica, profondamente radicata nella tradizione indiana, che punta a ristabilire l’equilibrio tra corpo, mente e spirito. Derivato dalla medicina ayurvedica, una delle più antiche scienze mediche conosciute, il massaggio ayurvedico non si limita a trattare il corpo, ma considera la persona in modo olistico, come un’unità inscindibile. Questo tipo di massaggio mira a favorire la circolazione energetica, stimolare l’autoguarigione e promuovere un profondo rilassamento.

Sbarcando abbiamo l’occasione di renderci conto che questi canali in cui stiamo navigando sono circondati spesso da zone bonificate e coltivate a riso, con i villaggi che si snodano in linea orizzontale lungo le sponde del canale stesso.

Dopo il tramonto ci ancoriamo ad un imbarcadero non lontano da quello della partenza, a ridosso di Alappuzha quindi e non nel mezzo dei canali come avevamo immaginato. Facciamo due passi a terra, dove assistiamo ad un cerimonia nel tempietto hindu di Kayal Chira Gurumandiram. I nostri tentativi di esplorazione vengono frustrati dallo scoprire che siamo in un villaggio-dormitorio dove l’alimentari sta chiudendo, le poche persone in giro sono costantemente al telefono e dove la gente torna col motorino per dormire dopo una giornata di lavoro.

2 gennaio 2025

Lasciamo Alappuzha per raggiungere Munroe Island. Con questo nome in realtà si identifica un gruppetto di otto piccole isolette che sorgono alla confluenza tra il Lago Ashtamudi ed il fiume Kallada.

Abbiamo prenotato un tour in barca con Thattel Boating della durata di un’ora circa. Il nostro imbarcadero è sulle rive del fiume Kallada ed abbiamo la barca tutta per noi. Iniziamo la navigazione percorrendo lentamente le anse del fiume nella direzione del lago ed ammirando fin da subito i nibbi bramini in volo ed i martin pescatori poggiati sui cavi elettrici.

Le sponde del piume, come quelle del lago, sono tappezzate da un’abbondante vegetazione. Ci godiamo la tranquillità della navigazione e la bellezza dei posti, continuando ad ammirare il volo dei nibbi che qui sono veramente abbondanti.

Finito il tour in barca proseguiamo verso sud per raggiungere finalmente Varkala (pr. varkàla), famosa per le sue spiagge, la sua scogliera, lo yoga ed i massaggi ayurvedici. Prendiamo le nostre stanze nell’Happy Days Homestay e ce ne andiamo in spiaggia… Dove dopo un bagno ristoratore andiamo ad assistere al rito dei pescatori che recuperano i pesci dalle reti.

Ci godiamo il tramonto con un aperitivo in spiaggia – sebbene la foschia tipica di questa costa faccia sparire il sole molto prima che tocchi la linea dell’orizzonte. Dopodiché ceniamo al Trattorias Restaurant. Nota di colore: proprio accanto al ristorante c’è un negozio di sartoria dove scegliere i tessuti con cui farsi cucire l’abito desiderato. Ne approfittiamo 😉

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