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2024

Praslin

Nikon D5300 con Nikkor 18-200, iPhone 12 Pro

28-29 Dicembre 2023

Mi spiego meglio. Perché non partire il 28 dicembre alle 23, fare scalo ad Addis Abeba ed arrivare alle 14,30 del 29 dicembre a Mahè?!? È tanto che viaggio con Avventure nel Mondo come tour operator e sono sempre stato abbastanza fortunato con i piani volo. Questa volta no e mi resterà il dubbio se avessi fatto meglio a rinunciare al viaggio. Però era molto tempo che volevo andare alle Seychelles ed in passato le date proposte non si incastravano mai con le mie ferie. Questa volta si ed ho preferito far finta che la logistica mi andasse bene.

Comunque sia, siamo arrivati a Mahè nel pomeriggio e se ci fossimo affidati al traghetto di linea per spostarci a Praslin (si pronuncia pralèn) con i tempi saremmo stati sul filo del rasoio. Abbiamo invece optato per un più comodo trasferimento privato su motoscafo, così da avere agio per recuperare i bagagli, cambiare parte del contante in rupie locali e sbarazzarci degli abiti pesanti con cui eravamo partiti. Io ho anche attivato una esim con traffico dati illimitato acquistata con Holafly (per chi non lo sapesse, la esim è una sim virtuale che permette ai cellulari che la prevedono di dirottare il traffico dati su un operatore locale mantenendo quindi la connettività di rete come se fossimo in Italia).

La popolazione delle Isole Seychelles è composta dai discendenti degli schiavi africani portati sulle isole per lavorare nelle piantagioni di canna da zucchero, cocco e tè sviluppate dai colonizzatori europei (prima francesi e poi inglesi). Successivamente si unirono a loro lavoratori a contratto cinesi e indiani. Nel tempo si è verificata una notevole mescolanza delle quattro razze (vale a dire europea, cinese, indiana e africana) con il risultato che la gente delle Seychelles, i “Seychelloise”, hanno caratteristiche fisiche uniche. La loro cultura e lingua sono chiamate “creole”, una miscela di francese e africano con un tono cantilenante unico per tutte le isole del gruppo Mascarene, gruppo di isole che comprende anche La Réunion e le Isole Comore.

La popolazione è a maggioranza cristiana e quindi siamo arrivati in un posto caldo ma pieno di addobbi natalizi: lucine, babbi natale, cose così che alla temperatura di 30 gradi fanno sempre una sensazione strana. Dall’imbarcadero un pulmino privato ci ha portato alla nostra residenza: Casadani Luxury Guest House (link qui), dove avevamo già prenotato la cena per non doverci sbattere dopo il lungo viaggio.

30 Dicembre 2023

Il sole splende su di noi e sulla nostra giornata di escursione alla Ile Curieuse. L’isola originariamente era chiamata Ile Rouge per via del terreno rosso che la caratterizza, ma fu poi ribattezzata “La Curieuse” in omaggio alla nave “Curieuse“ con cui l’esploratore Marion Dufresne ne solcò le acque nel 1768.

Abbiamo prenotato il tour con Ziblo Boat Charter (link qui), che fa base a Cote d’Or, una bella spiaggia sul lato nord di Praslin. Ci accompagna come guida la signora Elena, italiana da vent’anni trapiantata alle Seychelles. Dal 1833 alla metà del 20° secolo Curieuse fu sede di una stazione di quarantena per lebbrosi. Oggi solo pochi ruderi e la vecchia Casa del Dottore, un piccolo edificio coloniale francese del 1870 ora adibito a museo e centro visitatori, sono testimoni di questa epoca.

Dopo una breve traversata effettuata su due imbarcazioni, pendiamo terra sulla bianchissima spiaggia di Anse Jose.

Seguiamo Elena al centro visitatori. Qui, oltre ad un bagno ed una doccia, c’è un grande spazio coperto dove ci prepareranno e serviranno il pranzo, una nursery per le giovani tartarughine e… un certo numero di enormi tartarughe di terra che brucano tranquillamente il prato! Sono circa 500 le tartarughe giganti di Aldabra che popolano quest’isola. L’atollo di Aldabra, che si torva più o meno a metà strada tra Mahè e le Isole Comore, ospita circa 100 000 tartarughe giganti, la più grande popolazione mondiale di questi animali. Storicamente, tartarughe giganti come quella di Aldabra erano comuni in molte isole dell’oceano Indiano occidentale, così come in Madagascar, e la documentazione fossile indica che un tempo le tartarughe giganti erano molto più comuni, ed erano presenti in ogni continente e in molte isole con l’eccezione dell’Australia e dell’Antartide. Si pensa che molte delle specie presenti nelle isole dell’oceano Indiano siano state portate all’estinzione dalla caccia eccessiva da parte dei marinai europei, e già nel 1840, con l’eccezione della tartaruga gigante di Aldabra, tutte le tartarughe giganti degli atolli indiani si estinsero. Ragion per cui l’accesso all’atollo è severamente regolamentato e precluso ai turisti.

Elena ci accompagna poi in una passeggiata di un chilometro circa da Anse Jose ad Anse Laraie e ritorno. Il percorso è reso agevole da una lunga passerella che permette di ammirare la foresta di mangrovie, dove coesistono sei delle sette specie di mangrovie delle Seychelles. Fun fact: Elena ci sottolinea come questa sia la passerella più lunga dell’arcipelago, ben 433 metri. Ma anche che sia l’unica passerella dell’arcipelago. Al Ministero del Turismo piace vincere facile.

Dalla passerella comunque è possibile ammirare numerosi granchi, alcuni belli grandi ed altri, come i granchi violino, molto piccini.

Concluso il tour torniamo in spiaggia e ci dedichiamo ad un primo bagno. Il sole splende, l’acqua è calda e turchese. Ci scateniamo con le foto soprattutto sul finire della spiaggia, dove i graniti così tipici rendono il panorama da sogno.

Dopo pranzo è tempo di altro relax in spiaggia e poi di snorkeling. Con i due motoscafi andiamo prima davanti Anse Laraie e poi davanti l’isoletta di St. Pierre. Lo snorkeling sinceramente non è eccezionale. Da quello che ci spiegano, qui i coralli crescono sulle rocce anziché costituire una classica barriera. Sicuramente una condizione unica ma, sebbene ci siano molti pesci a gratificare lo snorkeling, manca quello spettacolo multicolore a cui normalmente associamo le immersioni nelle acque tropicali.

Comunque sia, paghi della nostra gita, torniamo a Cote d’Or dove la Ziblo ci offre una degustazione di rum! Tre bottiglie di marca Vasco. Un rum all’aroma di vaniglia e cocco (24 gradi), un rum con aroma di caffè (anche lui 24 gradi) ed un rum scuro a 40 gradi. Grande entusiasmo del gruppo per il primo (che non mancherà nei nostri dopocena successivi) anche se io l’ho trovato troppo stucchevole ed avrei preferito puntare alla versione classica.

Rimaniamo a Cote d’Or per cercare un locale dove poter festeggiare il capodanno. Sebbene la spiaggia non sia grandissima, questa è la zona più viva dell’isola ed in effetti ci sono vari resort con i rispettivi locali costruiti direttamente al bordo della spiaggia. Ci fermiamo al Cafe des Arts (link qui) dove, tra una birra ed un bagno, aspettiamo il tramonto.

Prese le nostre info (organizzano festa con musica sulla spiaggia, si può venire anche dopo cena e pagare il biglietto che include due drink) torniamo al nostro residence e, docciati, andiamo a cena al Lobster Bay Restaurant (link qui).

31 Dicembre 2023

Prima tappa della giornata, visita guidata alla Vallée de Mai (link qui). Questa valle è un’area naturale protetta, iscritta tra i patrimoni naturali dell’UNESCO. Sebbene possa essere visitata in autonomia, abbiamo preferito avere una guida che ci illustrasse storia, fauna e flora di questo parco. Ed anche in questo caso a farci da guida abbiamo un italiano, Vincenzo. Sardo e da diciott’anni trasferitosi alle Seychelles.

Vincenzo si rivela una guida molto preparata ed appassionata (ha anche da poco inaugurato una struttura residenziale molto carina che trovate qui). La Vallèe deve la sua unicità agli oltre 1.400 esemplari del leggendario Coco de Mer che vi si trovano. Il Coco de Mer è la palma con la più grande noce del mondo e cresce spontaneamente solo sulle isole di Praslin e di Curieuse. Ha un tronco perfettamente dritto e grandi foglie a forma di ventaglio. L’albero femmina produce un frutto a forma di cuore (o meglio di grembo di donna… ça va sans dire) che può pesare fino a 25 kg – Vincenzo ci fa posare con un esemplare di circa 16 kg!

A causa della sua forma insolita aveva in passato un grande valore tra le coppie di amanti ed era considerato un tesoro ambito tra le corti reali. Dall’aspetto non meno bizzarro tuttavia sono gli alberi maschi di questa specie: possiedono infatti infiorescenze a forma fallica che sporgono per vari metri dalle corone di foglie! Non c’è da meravigliarsi quindi se in passato si fosse diffusa la leggenda che il maschio e la femmina di questi alberi si accoppiassero tra di loro in segreto durante la notte.

La palma è a rischio di estinzione. Per questo è vietato il consumo del coco de mer(sembra abbia un sapore unico e che sia molto buono, oltre ad avere capacità vasodilatanti – quindi può dare ipotensione ma può anche avere un effetto simil viagra) ed il commercio dei semi è strettamente regolamentato. Se ne vendono circa un migliaio l’anno, muniti di certificato di originalità ed al prezzo variabile tra i 200€ ed i 600€.

Avevo attribuito all’inizio di questo capitolo al coco l’aggettivo di leggendario. E l’ho fatto a bella posta, perché finché non furono scoperte queste isole un alone di mistero ammantava l’origine di questo cocco così originale.

Come ho accennato il seme è molto pesante e alla maturità è privo di mallo. Questo fa sì che, casomai finisca in mare, prima affondi e solo poi, marcendo e producendo al suo interno gas, galleggi – sebbene sia ovviamente ormai incapace di riprodursi, fatto che ne rende impossibile la diffusione naturale mediante il trasporto con galleggiamento mediato dalle correnti marine, come avviene per la classica palma da cocco! I coco quindi venivano ritrovati sulle spiagge delle Maldive dai pescatori o in mare dai mercanti occidentali che, non trovando mai a terra la pianta di origine, erano arrivati a supporre che si trattasse dei frutti di un albero che crescesse sotto la superficie del mare! Da cui il nome di coco de mer.

Anche la biologia della pianta ha il suo fascino. Il metodo di impollinazione non è ancora ben chiaro. Vincenzo ci riportava fosse mediato dal vento, sebbene la pianta femmina abbia uno stigma (la parte superiore del pistillo su cui si posa il granulo pollinico) con un’area di non più di 4 mm2 e rimanga ricettivo per un periodo di tempo molto breve. Incuriosito ho fatto qualche ricerca ed ho trovato questo paper pubblicato su Academia.edu (link qui) dove si afferma che possano essere invece delle mosche della famiglia delle Dolicopodidi (note anche come mosche dalle zampe lunghe) a svolgere la mansione di impollinatori. Quello che comunque colpisce è lo scarso successo nel processo di impollinazione, visto che sulla pianta femmina sono presenti solo pochi cocchi rispetto al potenziale complessivo.

Molteplici specie animali endemiche delle Seychelles utilizzano questa palma come rifugio e cibo, tra cui il pappagallo nero delle Seychelles, il bulbul delle Seychelles (un passeriforme) e diverse specie di geco. Oltre alla pianta del coco, la Vallée ospita anche sei delle sette specie di palme delle isole e molte altre varietà vegetali. È anche una zona ricca di sorgenti di acqua dolce.

Lasciata la Vallée de Mai raggiungiamo Anse Lazio (pronunciare sempre ala francese: anlaziò). Mentre quando eravamo sotto il folto delle palme il tempo era discreto (sole e qualche rapido scroscio tropicale, con noi tranquillamente al riparo sotto le ampie foglie del palmeto), adesso è più velato. Ci godiamo mare e spiaggia e pranziamo in ordine sparso chi con un gelato, chi con della frutta e chi, tra cui il sottoscritto, con un pesce in salsa creola al Le Chevalier Bay Restaurant (link qui). Per raggiungere la spiaggia del pomeriggio ci dividiamo. Alcuni preferiscono raggiungerla a piedi grazie ad un sentiero lungo la costa. Io, non fidandomi del meteo, preferisco andare col grosso del gruppo sul pulmino. Raggiungiamo il campo da golf del Lemuria Resort (roba da ricchi… guardate qui) e pagato il pass raggiungiamo la spiaggia attraverso un sentiero che si snoda tra le buche.

Anse Georgette è un angolo incantevole se non fosse… per il diluvio che ci investe già nel campo da golf. Ma dopo un po’ spiove e comunque… fa caldo: bagno e birra, chè il baretto sulla spiaggia ha riaperto appena ha smesso di piovere. Anche il gruppetto a piedi ci raggiunge. Si son divertiti, sebbene il momento di pioggia battente non sia stato il massimo tra le rocce.

Torniamo a Casadani per riposarci e prepararci per il capodanno. Piove a dirotto ormai e la festa sulla spiaggia a Côte d’Or è ampiamente sfumata. Mettiamo subito in atto il Piano B!!! Un manipolo anfibio raggiunge il market più vicino per acquistare bollicine ed altro alcol. La cena l’avevamo già prenotata qui e la direzione ci garantisce una cassa bluetooth per la musica.

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