31 luglio 2008


Ci godiamo la mattina in una spiaggia vicino la nostra pensioncina, prima di doverci rivestire per raggiungere l’aeroporto. Abbiamo un aereo per la prossima isola: Bora Bora!


Mentre siamo in aeroporto leggiamo le varie guide che ci siamo portati. Bora Bora viene spesso definita la Rimini del Pacifico. Dopo il paradiso di Huahine ce la aspettiamo coperta di cemento e resort, un posto che vive del ricordo di una passato dalla natura incontaminata. Comunque sia quando saliamo sull’aereo scopriamo che i posti non sono assegnati ed allora chiediamo al personale di poterci sedere dal lato dove poter vedere l’isola dall’alto. Restiamo senza fiato. Come sempre è tutto relativo… sicuramente i resort con le loro palafitte sull’acqua riempiono la laguna ma… che laguna! Un’isola verde circondata da acque turchesi. Che spettacolo!!!



L’aeroporto sorge su un motu nella zona nord dell’isola. Da lì un traghetto gratuito – l’unica cosa che non si paga da queste parti oltre le noci di cocco 🤪 – ci porta a Vaitape, il capoluogo dell’isola.

Una volta sbarcati raggiungiamo la nostra sistemazione per i prossimi giorni, la pensione Chez Robert et Tina. La nostra location è strategica perché siamo vicino la Plage de Matira, la spiaggia pubblica più bella dell’isola, frequentata anche da persone del posto ed ideale per godersi il tramonto.
1 agosto 2008




Come fatto a Huahine, anche qui il primo giorno abbiamo un’escursione in barca. Il nostro capitano tutto-fare si chiama Alphonse. Suona, guida la barca e ci porta alla nostra prima tappa: il bagno con le razze! Arriviamo in una zona della laguna dall’acqua bassa, col fondo letteralmente tappezzato di razze che nuotano compiendo brevi semicerchi. Alphonse scende in acqua tutto tranquillo e subito si raccomanda che, quando sarà il nostro turno, non dovremmo assolutamente afferrarle per la coda. Si irriterebbero e diverrebbero pericolose! A quel punto a bordo iniziano le tipiche galanterie del caso: scendi prima tu. Ma figurati scendi prima tu 😂 e a queste sia aggiungono discorsi più inquietanti del tipo: Ma hai sentito di quel bimbo in Sardegna che è morto punto da una razza?!? oppure E di quel naturalista australiano che ha fatto la stessa fine?!? 😱 Alphonse nel frattempo attira le razze verso di se con dei pezzi di sardina, le accarezza e le bacia. Tocca proprio scendere ed in effetti è una bella esperienza. Le razze hanno il dorso vellutato e sono molto tranquille.
Seconda tappa: il jardin de coraux. Facciamo snorkeling in una zona della laguna particolarmente ricca di coralli e pesci coloratissimi. Terza tappa, la più attesa: il bagno con gli squali. Attraversiamo con la barca la pass Teavanui per uscire nell’oceano aperto. Ci spiega Alphonse che Bora Bora ha una sola pass, che durante la Seconda Guerra Mondiale gli americani resero più profonda utilizzando cariche di dinamite per permettere l’accesso a navi di maggior pescaggio. Fu in quel frangente che sul Monte Otemanu furono installate quattro betterie di artiglieria a difesa dell’isola e fu creato l’aeroporto. Mentre Alphonse ci racconta tutto questo, per noi resta così difficile pensare alla guerra guardando la bellezza di questi posti.
Facciamo randevouz con una seconda imbarcazione. Viene tesa una cima tra le due ed Alphonse ci invita a scendere in acqua indossando solo maschera e boccaglio. Ci dobbiamo mettere in fila reggendoci con le mani alla cima tesa mentre dalle barche attirano i pesciolini di barriera, lanciando degli avanzi di cibo sminuzzato. I pesciolini si accalcano, noi restiamo incantati da quella nuvola multicolore e…. mi passa davanti un fascio di muscoli tesi con un occhio assassino! 🦈 Squali! 🦈🦈 Squali dappertutto: davanti a noi, dietro di noi, sotto di noi 🦈🦈🦈 Il mio cuore parte all’impazzata. Gli squali ruotano in un enorme cerchio intorno alla nuvola multicolore e ci ignorano completamente. Il mio cuore rallenta e torna a battere sempre più lentamente… Ogni tanto uno squalo rompe il cerchio, fende la nuvola multicolore e mangia un pesce. Quando risaliamo Alphonse ci spiega che questi sono squali di barriera, lunghi circa un paio di metri e totalmente innocui per l’uomo.
Momento Super Quark: siamo stati anche testimoni di un esperimento scientifico. Uno dei ragazzi del nostro gruppo aveva portato un dispositivo sperimentale ideato da un suo amico inventore. Gli squali sono dotati di un organo chiamato Ampolle di Lorenzini, uno speciale organo di senso che serve a percepire i campi elettromagnetici prodotti da eventuali prede. Il dispositivo (uno zainetto di plastica da tenere sulla schiena ed un elettrodo da agganciare ad una pinna) crea un campo magnetico che disturba gli squali e li allontana. Ci dice il nostro amico: è come se gli accendessi la cassa di uno stereo vicino le orecchie. Sceso in acqua dopo di noi, quando attiva il dispositivo sembra che effettivamente gli squali vicini a lui si allontanino.





Dopo le emozioni del bagno con gli squali raggiungiamo un motu dove possiamo pranzare e goderci il pomeriggio tra relax e bagni.
2 agosto 2008



Oggi andiamo sull’atollo di Maupiti, grazie al traghetto che a giorni alterni collega Bora Bora o con questo atollo o con le due isole di Taha’a e Raiatea. Andiamo quindi a Vaitape, dove è giorno di mercato e vediamo in vendita il taro – che normalmente mangiamo tagliato e cotto come se fosse la nostra patata. Di fatto si mangia la sua radice (quel bulbo che vedete in basso nella foto sopra) o se ne ricava una farina. Nell’attesa del traghetto scegliamo di sentirci poveri anche a Bora Bora ammirando qualche vetrina che espone gioielli fatti con le perle nere di Tahiti 🤪

In un paio d’ore di navigazione il traghetto ci porta a Maupiti. L’atollo si presenta come un anello di terra che circonda una laguna, al centro della quale svetta però un vulcano, il monte Teurafaatui, alto 380 metri.



Al porto affittiamo delle biciclette. Sebbene presenti qualche salita, l’isola ha una circonferenza di soli 10 km e questo è un ottimo modo per esplorarla. Sono biciclette strane per noi perché non hanno la classica leva del freno sul manubrio ma frenano quando si pedala all’indietro. Comunque dopo un paio di giri di prova nel piazzale del porto siamo pronti per andare. L’isola è un vero angolo di paradiso, fuori dalle grandi rotte turistiche. Lungo la strada mangiamo della banane dolcissime e ci godiamo i paesaggi incontaminati fino a raggiungere la spiaggia di Terei’a. Sabbia bianca ed un mare trasparente, acqua bassissima che permette addirittura di arrivare a piedi sul motu di fronte.

Arriva l’ora di ripartire. Lasciamo Terei’a, riconsegniamo le biciclette e ci mettiamo in fila per risalire sul traghetto. Abbiamo notato che il vento si è alzato e dato che è proprio il comandante a staccare i biglietti, approfittiamo per chiedergli come pensa che sarà il viaggio di ritorno. Il vecchio lupo di mare ci sorprende con una battuta che si rivelerà sincera: Yahoo Rodeooo 🌊 In effetti le onde sono notevoli, la nave le affronta di prua andando su e giù come sulle montagne russe. Sottocoperta è un disastro, si sentono male tutti. Ma noi siamo sul ponte, all’aperto a goderci la traversata – una delle tante volte che ho ringraziato di non soffrire di alcun mal di mare, d’aria, di macchina, ecc.


Arriviamo con un notevole ritardo a Bora Bora ma riusciamo a prendere comunque due piccioni con una fava. Riusciamo ad accordarci con un ristorantino vicino la nostra pensione per una cena oltre l’orario di chiusura (piatto unico per tutti, prezzo fisso) e così riusciamo prima ad assistere ad uno spettacolo di danza locale (il tamurè). Una delle caratteristiche della Polinesia sono proprio questi piccoli ristoranti detti roulotte, perché appunto in origine consistevano in delle roulotte riadattate a cucine e tavoli all’aperto. Col tempo si sono evoluti con strutture in muratura ma il nome è rimasto.
3 agosto 2008




Oggi abbiamo prenotato un tour per esplorare l’interno di Bora Bora. Con due 4×4 veniamo sballottati per mezza isola, scalando le pendici del l monte Otemanu fino a raggiungere due belvedere che altrimenti ci avrebbero richiesto un lungo trekking.


Veniamo portati anche nella zona di Faanui, sul lato nord ovest dell’isola, ad una delle postazioni di artiglieria approntate dagli americani per difendere Bora Bora da una possibile invasione da parte dell’Impero Giapponese nella II Guerra Mondiale. Il cannone è un cimelio arrugginito, con la canna piena di scritte fatte dai turisti. Però noi troviamo il modo di cavalcarlo per una foto spiritosa.
La vista della laguna dall’altezza dei belvedere è stata a dir poco magnifica e soddisfatti passiamo il resto della giornata al mare in pieno relax.
4 agosto 2008



Anche oggi prendiamo un traghetto. La meta però è molto più vicina, l’isola di Taha’a. Siamo sul traghetto quando notiamo una specie di astronave entrare nel porto di Bora Bora, incrociandoci proprio mentre usciamo. Scatto di fretta qualche fotografia ma sembro uno dei pochi a non conoscere l’imbarcazione che risponde al nome di Maltese Falcon, il Falcone Maltese (link qui). Costruito dai Cantieri Perini, il Maltese Falcon è un superyacht lungo 88 metri e dotato di un avveniristico sistema di controllo delle vele, il Falcon Rig, che grazie ai tre alberi in carbonio che seguono la direzione del vento, girando a suo favore le grandi vele quadrangolari, permette alla nave di raggiungere i 25 nodi.




Dopo un breve viaggio sbarchiamo a Taha’a. La semplice bellezza di quest’isola a forma di fiore proviene dalle dolci montagne, circondate da piccoli motu dalle spiagge bianche e brillanti. Taha’a è chiamata l’Isola della Vaniglia, perché è qui che viene prodotto l’80% della famosa vaniglia di Tahiti, la più amata dagli intenditori. Affittiamo delle auto e giriamo tutta l’isola, non facendoci mancare una visita ad una piantagione di vaniglia. Ci fanno visitare il campo e ci spiegano come funziona la raccolta e l’essiccazione della vaniglia stessa.
Anche stavolta torniamo a Bora Bora che è ormai buio.
5 agosto 2008
Ci siamo ritagliati un paio di giorni senza escursioni programmate cosicché ognuno possa fare quello che vuole: diving, spiaggia, relax. La mattina allora decido di provare a risolvere un mio problema: la carta di credito non funziona sul circuito locale. Strano, ma vero. Non essendomi portato sufficienti contanti per pagare tutte le escursioni (contavo o di pagarle con la carta o di pagare una delle sistemazioni del gruppo così da raccogliere i contanti) mi sono fatto spedire quello che mi serve dall’Italia tramite il servizio di money transfer di Western Union. La mattina inizia già male. Sulle guide abbiamo letto che qui ci si muove in autostop senza problemi. Ma di problemi a trovare un passaggio ne trovo molti. Comunque sia, arrivo a Vaitape e vado alla banca. C’è un solo impiegato nella filiale che mi dice che è solo e mi chiede di tornare il giorno dopo. Io gli dico che il giorno dopo non sarò a Bora Bora e che vorrei i soldi oggi. Ma lui lamenta di non avere contanti. Mentre me lo guardo indeciso su come reagire, neanche fossimo in una sit-com alle mie spalle si apre la porta e compare una commerciante che deve depositare un pacco di contanti. La faccio passare, dopodiché torno alla carica facendo presente che i contanti ora sono arrivati. L’impiegato continua a tergiversare, lo vedo spostare dei fogli di carta da una pila ad un’altra come a simulare che fosse realmente impegnato, finché passano le 10, orario indicato da un cartello come limite per le operazioni con Wester Union.

Sono furioso e torno alla spiaggia di Matira per sbollire. Sfogandomi con altre persone in spiaggia vengo a conoscenza del fiu, parola che identifica la tipica indolenza tahitiana. Quando un tahitiano è in questo stato d’animo è impossibile farlo lavorare. Mi spiegano che non è insolito trovare un negozio chiuso a metà giornata in alta stagione turistica, o che dei lavori stradali restino senza personale per una giornata intera, o che un cafè che dovrebbe servire la colazione apra direttamente a mezzogiorno. Mi invitano a tornare in banca domani, sicuramente andrà meglio!
Riunito il gruppo nel pomeriggio, decidiamo di prenderci tutti insieme un aperitivo al famoso Bloody Mary’s (link qui). Il locale dei vip! L’unico a chiudere dopo le 22!! Infatti chiude alle 23, che qui è come dire fare l’alba 🤪 Comunque al Bloody Mary’s la serata va così: ore 17 aperitivo, ore 18,30 cena. Bar misero e servizio pessimo. Lasciateci andare i vip e voi evitatelo!
6 Agosto 2008
Tocca tornare in banca stamane. Nulla da fare con l’autostop, checchè ne dicano le guide italiane. Prendo il bus e raggiungo di nuovo Vaitape. Stavolta ci sono più impiegati nella banca, compreso quello di ieri. Solerte mi serve proprio lui ed in un baleno mi ritrovo con i soldi in mano. Avevano ragione in spiaggia. Ieri era giorno di fiu.
Per tornare riprovo svogliatamente l’autostop e si ferma una macchina. E che macchina: una utilitaria devastata, dalla vernice scrostata, manca il sedile del passeggero e quindi la ragazza bionda che la guida mi invita a sedermi sul sedile posteriore! Ci mettiamo a chiacchierare. Lei è francese e qui fa l’istruttrice di diving. Le racconto della storia dell’autostop: sulle guide leggiamo che qui tutti fanno autostop ma nella realtà non si ferma nessuno. Lei se la ride e mi fa notare che probabilmente lei è la prima occidentale a cui chiedo un passaggio. Gli occidentali che vivono lì non tengono alle auto, se le passano l’un l’altro come la sua e non si fanno problemi a fermarsi per strada se vedono qualcuno che chiede un passaggio. Ma per i polinesiani è diverso. Girano su grossi pickup cromati e tirati a lucido perché per loro l’auto è uno status symbol. Ma non hanno i soldi per quei macchinoni e si indebitano per comprarli. Di conseguenza non danno mai passaggi a nessuno per non rischiare incidenti o guai con i turisti.
Altra giornata in spiaggia e serata al Sofitel per assistere ad un’altro spettacolo di danze folkloristiche. Tutto finisce, come sempre per le 22, ma il bar resterà aperto fino alle 23. E noi rimaniamo. Qui è pieno di coppiette italiane in viaggio di nozze. Tutti con i musi lunghi. E allora chiacchieriamo: bello il mare, bella la spiaggia, belle le escursioni (ma care arrabbiate), ma cavolo! Qui chiude tutto alle 22: manco un night, una discoteca, un posto qualsiasi per divertirsi 😂
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