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2011

Cile

Nikon D90 con Nikkor 18-200 e iPhone 3GS

15 agosto 2011

Come avevo accennato la dogana cilena è sull’altopiano di Atacama a 2000 metri. La strada per scendere dai 4000 metri della frontiera con la Bolivia è asfaltata. Ma nonostante questo resta pericolosissima. Un susseguirsi di curve a gomito in discesa, costellate di croci e di rottami di camion, camper e macchine a cui hanno ceduto i freni. Non è affatto un bello spettacolo. Soprattutto il rottame del camper con quattro croci sul bordo strada. Comunque arriviamo integri e vivi a San Pedro de Atacama. Vista la quota relativamente bassa recuperiamo tutta la nostra energia (viva l’ossigeno!) e prendiamo alloggio al Residencial Don Raul (link qui). E dopo una doccia bollente si va a cena in un carinissimo ristorante locale dove andiamo giù di bistecca e vino cileno. Andiamo a dormire sbronzi e felici.

16 agosto 2011

Non c’è sbronza che tenga! Pronti alle 6,30 del mattino per le escursioni della giornata. A 2000 metri di quota siamo dei leoni 🦁 L’intero gruppo è rinato.

Prima tappa: il Salar de Atacama. E’ un salar molto diverso da quello piano e bianchissimo di Uyuni. Qui il suolo è tutto brullo e marroncino. La nostra guida ci spiega che ad Uyuni piove. La pioggia dilava l’argilla e spiana il sale. Qui in Atacama non piove. O al massimo cade una pioggerellina leggera leggera per dieci minuti all’anno. Ma più facilmente non piove. Quindi l’argilla resta impastata con il sale ed ecco perchè il terreno è brullo. Davanti a noi comunque c’è una piccola laguna con degli incantevoli fenicotteri rosa.

Se vi stesse chiedendo come sia possibile avere acqua corrente in un posto in cui non piove mai, sappiate che ce lo siamo chiesto anche noi. E che la guida ci ha spiegato che l’acqua che scorre nei rubinetti di San Pedro de Atacama proviene da una falda sotterranea alimentata dal disciogliemmo delle nevi sulle Ande.

Seconda tappa: le lagune d’alta quota cilene. Risaliamo a 4000 metri per le Lagunas Miscanti y Meñiques. Qui la neve abbonda e lo spettacolo è mozzafiato. Scendendo a valle ci fermiamo al pueblo di Toconao, dove ci alleggeriamo perchè le temperature risalgono velocemente, e poi torniamo a San Pedro. L’avevamo già notato ieri sera. San Pedro de Atacama è una cittadina molto turistica. Architettura curata ma palesemente finta, ottimi locali per aperitivi e cene, negozi di souvenir ad ogni angolo.

Nel pomeriggio raggiungiamo la Valle de la Luna. Entriamo in questo enorme canyon dalle pareti fatte a piccoli gradini. La guida ci prega di rimanere fermi ed in silenzio. Uhm… si sente un rumore strano. Dalla roccia proviene ogni tanto qualche tic. Ci stesse per crollare tutto addosso?!? La guida ci rivela che in realtà non siamo circondati da rocce ma da blocchi di sale misto ad argilla. I rumori che sentiamo sono dovuti alla rottura dei blocchi di sale a causa dell’innalzamento della temperatura pomeridiana. Quelle rarissime volte che piove in Atacama – circa una volta ogni otto anni – l’acqua è sufficiente per dilavare l’argilla dalla sommità dei pinnacoli sulle pareti del canyon. E se c’è una notte di luna piena allora la luce della luna si rifletterà sulle pareti. Fenomeno all’origine del nome dato alla valle. Spettacolare!!!

Proseguiamo nel canyon fino ad un arco. La guida ci dice che è troppo pericolante per proseguire. Giorno dopo giorno, sbalzo termico dopo sbalzo termico, la struttura cederà e crollerà. Impossibile dire quando ma meglio non esserci sotto quando accadrà. Proseguiamo il tour visitando altri canyon, soprattutto una zona piena di rocce dalla forma strana. Non siamo ai livelli della Monument Valley in Arizona ma Las Tres Marías mi ricordano la formazione The Three Sisters della valle nordamericana. Finiamo la giornata guardando su una grande duna il tramonto calare sul deserto di Atacama.

17 agosto 2011

Il programma prevede di andare a vedere queste fumarole, i Geisers del Tatio, a 4000 metri. La partenza è prevista prestissimo, alle 4,30. Dicono che solo all’alba si possano vedere bene. Mah… Iniziamo ad essere veramente stanchi ormai, ma stringiamo i denti e facciamo la levataccia. Ci aspetta un autobus. Riscaldamento a palla, ci sono le copertine. Riprendiamo a dormire mentre percorriamo la strada verso il Tatio. Ogni tanto guardo fuori. Di giorno non ci fai caso, ma in Atacama non c’è un filo d’umidità. La notte il cielo è così terso che mi accorgo che nella costellazione di Orione ci sono stelle che non ho mai visto! Ad un certo punto mi accorgo anche che i vetri all’esterno si sono ghiacciati ❄️ Poco male. Stiamo salendo in quota. Inizio a preoccuparmi però quando si giacciano anche all’interno! 🥶

Arriviamo al Tatio. Mettiamo giubotti, calzamaglia, sciarpa, guanti. E usciamo alle 6 del mattino a goderci i nostri bei 13 gradi sotto zero!!! Fumarole, fanghi che sobbollono, addirittura una piscina termale dove potersi fare il bagno. Ed un freddo cane. Troppo freddo per i miei scarponcini da trekking che non mi isolano abbastanza. le dita dei piedi mi fanno un male cane! Mi rifugio in autobus a riattivare la circolazione nelle dita dei piedi per evitare di perderle 😱 

Scendendo a valle sorpassiamo i soliti fiumiciattoli dalla superficie ancora ghiacciata e facciamo una sosta al pueblo di Machuca. La temperatura è abbastanza alta ormai per togliere calzamaglia e felpa. Visitiamo il pueblo e torniamo a San Pedro.

Nel pomeriggio dobbiamo raggiungere l’aeroporto di Calama per andare a Santiago del Cile. Il programma di Avventure prevederebbe una trasferta in autobus di dieci ore. Ma noi abbiamo bisogno di qualche confort ormai. Al momento della programmazione Anna Maria, la nostra capogruppo, ha dovuto penare per riuscire a farci prenotare questo volo. Il sito web della compagnia cilena accettava solo carte di credito emesse in Cile. Anna Maria di notte, visto il fuso orario, chiamava gli uffici e chiedeva di pagare con bonifico. Insistendo prima con l’impiegato e poi con il dirigente alla fine ci danno la possibilità di pagare con questa modalità. Ragion per cui in serata siamo nella capitale del Cile all’Hotel Libertador (link qui).

18 agosto 2011

Ritmo cittadino finalmente. Ci si alza con calma per una colazione senza stress. Tra l’altro a Santiago piove a dirotto. E tutt’intorno nevica. Santiago infatti è incassata tra le Ande e a queste latitudini siamo in pieno inverno.

Usciamo molto tardi e, vista la pioggia battente, visitiamo la Catedral Metropolitana de Santiago (link qui). La cattedrale è stata costruita e ricostruita più volte, rasa al suolo dai violenti terremoti che caratterizzano queste terre. Quella attuale fu terminata tra il 1775 ed il 1800.

Si fa ora di pranzo e decidiamo di andare a mangiare pesce. E quale posto migliore a Santiago se non nel Mercado Central? L’edificio consiste in una struttura metallica in ferro costruita a Glasgow e poi assemblata in loco da Manuel Aldunate nel 1868, per poi essere inaugurato nel 1872. All’inizio era un museo di esposizione di arte ed era considerato uno degli edifici pubblici più belli della sua epoca. All’interno ci sono sia ristoranti che bancarelle e pescherie dove comprare al dettaglio direttamente il pesce e i frutti di mare. Evitiamo i ristoranti all’ingresso, sicuramente più belli ma anche più turistici, e ci accomodiamo in un piccolo locale su uno dei lati del mercato dove mangiamo divinamente.

Andiamo sotto il diluvio al Palacio de La Moneda dove è in corso il cambio della guardia. Ce lo godiamo poco perchè piove veramente tanto ☔️

Torniamo indietro per visitare La Chascona (link qui), la casa-museo di Pablo Neruda. La casa riflette l’amore del poeta per il mare. Ricorda infatti la tolda di una nave. Purtroppo è vietato fotografare gli interni, zeppi di mobilio, quadri, opere d’arte e chincaglierie dell’artista.

Ormai ha smesso di piovere e grazie ad una cremagliera saliamo sul Cerro San Cristóbal, dove ha appena smesso di nevicare 🌨️ Il colle è alto 850 metri e alla sua sommità c’è un santuario dedicato alla Vergine Maria con una statua alta 22 metri. Quando saliamo siamo accolti da una fitta nebbia ma il tempo migliora velocemente regalandoci una splendida vista serale su Santiago.

19 agosto 2011

Oggi il sole splende. Torniamo a Plaza de Armas, dove ieri avevamo visto solo l’interno della cattedrale. Questa volta invece ci godiamo la piazza ed i suoi giardini ed ammiriamo gli edifici che ne costellano i lati.

Intorno alla Piazza, oltre alla Cattedrale, trovano sede l’Ufficio Postale centrale, il Palacio de la Real Audiencia (il tribunale) nonché il Palacio Arzobispal (Palazzo Arcivescovile). Continuando la nostra passeggiata abbiamo anche l’occasione di vedere col sole il palazzo del Mercado Central.

Alle spalle del Mercado c’è la Estación Mapocho (link qui), nota anche come vieja estación. La stazione, al pari del Parco del Cerro Santa Lucia, fu una delle opere commissionate per celebrare il primo centenario dell’indipendenza cilena. Per moltissimi anni è stata la stazione principale della città, finché non fu dismessa e trasformata in un centro culturale

Visitiamo qualche chiesa lungo la strada e apprezziamo l’alternarsi di palazzi moderni ed edifici coloniali che rende Santiago una città piena di sorprese.

Ultima tappa il magnifico Parco Cerro Santa Lucia. Qui Santiago fu fondata nel 1541 da Pedro Valdivia e nel contesto del Castillo Hidalgo sorge un parco splendido. Ci si inerpica tra piante e fiori sugli spalti e tra le fortificazioni del castello e si può ammirare la città splendidamente incastonata tra le Ande.

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