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2025

Armenia

Nikon D750 con Nikkor 24-70 e Nikkor 70-200, iPhone 16 Pro

Ho visitato l’Armenia grazie ad un tour organizzato da Avventure nel Mondo (link qui). Il viaggio è durato dieci giorni e siamo stati accompagnati da una guida parlante italiano, Bagrat, e ci siamo spostati su un pulmino guidato dall’autista Vigen.

La primavera è una stagione mutevole ed essendo l’Armenia praticamente una nazione di altopiani e montagne abbiamo avuto un clima molto variabile. Dal caldo assolato dei primi e degli ultimi giorni alle tormente di neve e alle giornate plumbee e piovose durante il periodo passato nel sud o nel nord. E vi dirò che ho apprezzato di più gli scenari naturali ed i monasteri medioevali con la neve o il cielo plumbeo che in pieno sole. Questo forse perchè l’architettura sacra armena si è sviluppata nei secoli per essere vissuta nei lunghi e rigidi inverni del Caucaso più che nelle calde estati e si adatta ai primi alla perfezione.

Quella che oggigiorno consiste nella Repubblica di Armenia rappresenta una piccola parte della zona orientale della cosiddetta Armenia Storica. Con questo termine si va ad indicare un vasto territorio che per secoli è stato abitato dalla popolazione armena. Per capire l’Armenia odierna, il suo complesso rapporto con il suo passato e con un presente problematico e precario è fondamentale conoscerne la lunga storia. Un retaggio che si dipana attraverso i secoli ma che ha visto sempre persistere un’identità forte e caratterizzante.

Ma andiamo con ordine. Il nome originario del paese era Hayq, divenuto poi Hayastan (la terra di Haik), nome che identifica ancor oggi l’Armenia. Secondo la leggenda, Haik era un discendente di Noè ed antenato di tutti gli armeni. Haik prima si stabilì ai piedi del monte Ararat, partì poi per assistere alla costruzione della Torre di Babele e, una volta ritornato, sconfisse il re assiro Nimrod presso il lago di Van, nell’attuale Turchia. Il termine Armenia fu coniato dai popoli confinanti a partire dal nome della tribù più potente presente nel territorio, tribù che aveva preso il nome dall’eroe Armenak (o Aram), un discendente di Haik e a sua volta un grande condottiero. Quando in Armenia vedete una statua o una raffigurazione di un arciere intento a scoccare una freccia, ecco quello è Haik.

Il primo impero armeno fu la civiltà di Urartu, che fiorì nel Caucaso e nell’Asia Minore orientale tra l’800 ed il 600 a.C. Essendo territorialmente incentrato attorno al lago di Van spesso questo regno viene indicato come Regno di Van. Il nome Urartu venne dato al regno dai suoi più acerrimi nemici stanziati a sud, gli Assiri, e significa paese di montagna. Alcuni studiosi ritengono che il popolo di Ararat dell’Antico Testamento sia una variante dell’accadico Urartu. Lo Stato di Urartu fu annientato intorno al 585 a.C. dall’invasione degli Sciti.

Nel I secolo a.C., durante il regno di Tigrane II d’Armenia, l’Armenia costituiva un impero regionale ma nel 66 a.C. venne sconfitta dai Romani guidati da Pompeo Magno. Da allora in poi il territorio fu sottoposto o al dominio di vari principi locali o al controllo diretto delle potenze dominanti: l’Impero Romano e l’Impero Pratico prima o quello Sasanide poi. Fu un territorio conteso per secoli fino alla conquista araba nel VII secolo.

Nell’884 d.C. la dinastia dei Bagratidi riuscì a sottomettere gli altri principi feudali e ad istituire il Regno di Armenia, fondando una nuova capitale, la città di Ani. Il regno prosperò fino alla conquista da parte dei Turchi Selgiuchidi nel 1045 d.C. Da qui parte una storia incredibile che mi ha sorpreso non poco, una specie di spin off degli armeni! Esuli in fuga dalla avanzata selgiuchide si rifugiarono in Cilicia, sul Mar Mediterraneo. In quella terra fondarono il Regno armeno di Cilicia che prosperò restando indipendente per ben tre secoli, dal 1078 fino alla conquista da parte dei Mamelucchi nel 1375.

Successivamente furono gli Ottomani ad occupare le terre della Armenia storica finché tra il 1813 e il 1828 il territorio che corrisponde grossomodo all’attuale Armenia (i khanati di Erevan e Karabakh) furono annessi all’Impero Russo. Nel 1908 nell’Impero Ottomano andò al potere il partito del Giovani Turchi, una fazione nazionalista turca che nel 1915, temendo gli armeni come una quinta colonna zarista, attuò il sistematico genocidio di circa tre milioni di armeni residenti nell’Anatolia orientale (che erano perciò chiamati dai loro connazionali “armeni occidentali”). Nel 1918, alla fine della I Guerra Mondiale, approfittando del vuoto di potere legato alla dissoluzione degli Imperi Russo ed Ottomano vide la luce la Prima Repubblica Armena. A questa entità le potenze dell’Intesa assegnarono col Trattato di Sèvres il territorio dell’Armenia storica (un territorio la cui parte occidentale però non era più abitata dagli armeni ma da contadini turchi lì impiantati dopo il genocidio). Questa Repubblica ebbe vita breve e fu annientata e spartita nel 1920 dalla Turchia e dall’Unione Sovietica. Nel 1936 l’Armenia rivide ufficialmente la luce come Repubblica Socialista Sovietica Armena.

L’attuale Repubblica di Armenia nacque con la dissoluzione dell’URSS nel 1991 per essere subito impegnata in un lungo conflitto con l’Azerbaigian per il controllo del Nagorno Karabakh. Questo è una exclave armena in territorio azero, assegnata nel 1923 al governo di Baku da Stalin nel più classico dei divide et impera. Dopo una prima fase che vide la creazione della Repubblica dell’Artsakh la controffensiva azera ha portato nel 2023 alla dissoluzione di questa entità e all’esodo di massa dei suoi centomila e più abitanti verso l’Armenia. In occasione di quest’ultima guerra l’armistizio tra l’Azerbaigian e l’Artsakh doveva essere garantito da pacekeepers russi. La Federazione Russa però, coinvolta nella guerra con l’Ucraina, ha preferito lasciare mano libera al colpo di mano azero. Questo voltafaccia è stato considerato un tradimento da parte degli armeni che da allora possono contare solo sull’Iran come potenza regionale in grado di contrapporsi alle minacce azere.

Come anticipato l’Armenia ha mantenuto nonostante tutto la sua individualità culturale nelle vicissitudini storiche fin quì narrate grazie a due fattori: la lingua e la religione. L’armeno infatti è una lingua a se stante (imparentata alla lontana con l’indoeuropeo) con un suo proprio alfabeto che, come potete vedere nella tabella su, possiede una grafia unica e molto diversa sia dal latino che dal cirillico. Per quanto riguarda il credo religioso gli armeni sono sì cristiani ma non ortodossi come i georgiani o i russi. Nel 301 d.C. il Regno di Armenia fu il primo regno al mondo ad adottare il Cristianesimo come religione di Stato. Da tale data, grazie a Gregorio l’Illuminatore, fu istituita la Chiesa Apostolica Armena. Apostolica perchè la prima testimonianza dell’introduzione della religione cristiana in Armenia risale al I secolo, quando venne predicata da Bartolomeo e Taddeo, due dei dodici apostoli. Nel 451 d.C. la Chiesa Apostolica Armena si separò dalle altre chiese cristiane non accettando il Concilio di Calcedonia. La dottrina della Chiesa armena considera quindi la natura di Cristo come unica, frutto dell’unione di quella umana e divina (con maggiore accento su quest’ultima). La Chiesa storicamente ha alla sua guida un Catholicos che risiede nella città di Echmiadzin (che gli armeni chiamano la Santa Sede).

Molto altro ci verrà raccontato durante il viaggio, per cui iniziamo il diario…

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