2 agosto 2014
I voli della Egyptair sono puntuali. Gli scali abbastanza ravvicinati. Arriviamo dopo una notte ed una mattinata di viaggio a Livingstone, in Zambia. Pagato al controllo passaporti l’obbligatorio visto per lo Zambia (praticamente sborsiamo 50$ solo per atterrare, visto che passiamo subito il confine) troviamo all’esterno ad attenderci col suo camion Peter, il nostro autista per questo lungo viaggio.


Peter è affabile e simpatico. Vive in Zimbabwe dove ha una famiglia. Guida un camion cabinato di colore blu. Calcolando che il primo consiglio che ho avuto quando ho preso informazioni su questo viaggio è stato: non prendete automezzi blu perché quel colore innervosisce gli elefanti direi che non passeremo certo inosservati 🙂



Con lui passiamo il confine con lo Zimbabwe: altro visto da pagare, 30$ questa volta. Il confine è su un ponte che fronteggia le Cascate Vittoria. C’è da fare la fila e da tenere i finestrini chiusi perché le scimmie sono appostate sul tetto del camion pronte a rubarci gli zaini 🐒






Si, sapevo che erano imponenti. Uno lo legge… vede i documentari… Ma passeggiarci davanti, inondati spesso dalla nuvola d’acqua che si nebulizza grazie al salto, è tutta un’altra cosa! Una spaccatura netta e profonda nella terra, l’acqua che precipita senza fine verso il basso, la portata incredibile dell’acqua. Spettacolari. Ah, portatevi una mantellina: in alcuni punti del sentiero piove abbondantemente!!!
La sera andiamo al camping a Victoria Falls (onde non creare confusione visto che le cascate e la cittadina hanno lo stesso nome chiamerò le cascate in italiano e la cittadina in inglese). Per questa prima serata dormiamo in tende già montate fornite dal camping stesso. Ci sono addirittura i letti dentro! La notte il rumore delle cascate accompagna incessantemente il nostro sonno, ma non lo trovo fastidioso. Anzi, un po’ mi culla.
3 agosto 2014

La mattina escursione in elicottero sulle Cascate Vittoria! Raggiungiamo il campo di volo della Bonisair Helicopter (link qui) dove ci pesano e ci illustrano le misure di sicurezza e le modalità con cui salire e scendere dall’elicottero.





Il volo dura solo un quarto d’ora ma è un’esperienza mozzafiato. Dall’alto si apprezza lo Zambesi che si apre prima di sprofondare nella stretta fenditura che da vita alle cascate.
L’acqua nebulizzata da vita ad un arcobaleno perenne. Vediamo dall’alto anche il ponte su cui passa il confine Zambia-Zimbabwe, dove avevamo sostato ieri in attesa dei controlli di frontiera.





Finiti i giri in elicottero (dobbiamo alternarci sulla stessa macchina) ci avviamo verso la prossima frontiera. Entriamo in Botswana dal valico di Kazungula. Anche qui le scimmie sorvegliano i nostri finestrini nella speranza di arraffare qualcosa 🐒




Arrivati a Kasane andiamo direttamente all’imbarcadero per la crociera sul fiume Chobe. Il fiume Chobe è famoso per avere una alta densità di elefanti che si abbeverano sulle sue sponde. E non si smentisce: da subito elefanti ed ippopotami incorniciano la nostra prima giornata nelle savane dell’Africa australe.





Il fiume è percorso da grosse chiatte come la nostra, di dimensioni e fogge diverse. La crociera consiste nella circumnavigazione della Sidudu/Kazakili Island, un grosso isolotto su cui gli elefanti vanno a nutrirsi dalle due sponde del fiume.





Ovviamente non mancano ippopotami, bufali, uccelli e coccodrilli, giraffe, antilopi ed aquile. Insomma la varietà di animali che si possono avvistare su fiume Chobe è impressionante.






Finora eravamo stati in zone abbastanza urbanizzate: Victoria Falls è una cittadina dedita completamente al turismo di massa. Qui finalmente ci rendiamo conto di essere in Africa. Circondato da enormi riserve naturali, questo tratto del fiume Chobe con la sua fauna trionfante ci preannuncia un viaggio fantastico.





In chiusura della nostra crociera inizia il problema dei tramonti mozzafiato in Africa. Sarà la suggestione, sarà l’ambiente naturale, tutti ci avevano detto che saremmo rimasti senza fiato al calar del sole in Africa. E così è sul Chobe.





Tramontato il sole (siamo in inverno nell’emisfero meridionale ed il sole tramonta verso le 18) torniamo all’imbarcadero e troviamo Peter ad attenderci. Arriviamo al campeggio di Kasane e troviamo una sorpresa. Durante la nostra crociera Peter ci ha montato le tende!!! Persona splendida. Spaghettata serale con Peter come special guest.
4 agosto 2014

Sveglia preeeeeesto la mattina per un safari (in inglese game drive) all’alba nel Chobe National Park (link qui). Praticamente percorriamo su dei camioncini una delle sponde del fiume Chobe, dove eravamo stati il giorno prima in crociera. Bisogna essere ben coperti, l’escursione termica è forte e fa freddo. Anche se fa meno freddo rispetto al game drive all’alba che feci due anni fa nel Kruger.





All’inizio, alle prime luci del mattino, tutto appare deserto. Ci guardiamo intorno, ma niente. All’inizio ci chiediamo anche se ne sia valsa la pena fare questa levataccia. Poi, quando la luce inizia a salire, un branco di elefanti ci attraversa la strada. Poi… lì sul ramo di un albero, un leopardo!!! Splendido. Il leopardo è un cacciatore notturno, difficile da avvistare. Al sorgere del sole sicuramente starà cercando un posto per sonnecchiare durante il giorno. Siamo incantati mentre lui ci osserva, forse curioso. Poi con un salto scende sinuoso dal ramo e gironzola alla base dell’albero prima di dileguarsi.






Ormai siamo sovreccitati ed i driver iniziano a percorrere le piste lungo il fiume che si popolano sempre più di animali. Impala, uccelli, scimmie, ippopotami. Sempre inframmezzati agli elefanti che, come già detto, qui non mancano mai.





Qualche giovane elefante ci barrisce anche contro ma sembra più un saluto che un moto di stizza. I driver ci portano abbastanza vicino a loro e alle giraffe che praticamente ci ignorano e ci permettono dei bei primi piani 📷




Finito il game drive torniamo al camping e partiamo verso sud. Abbiamo molte ore di viaggio davanti a noi.



Molte ore si, ma quando mai ci era capitato di vedere un cartello che avverte del pericolo di elefanti sulla strada?!? Sosta obbligatoria 🐘




Finalmente a fine giornata arriviamo alla nostra meta: Elephant Sands Lodge. Questo campo composto di lodge e piazzole per le tende è a ridosso di una pozza d’acqua dove vanno ad abbeverarsi gli elefanti. Ce n’è appunto uno che si è attardato e che si disseta alla luce del tramonto. Dalla reception subito ci avvertono che non c’è acqua corrente né per cucinare né per i bagni. Un elefante in mattinata ha distrutto la conduttura dell’acqua ed è ancora a ridosso della stessa. ragion per cui ci danno delle taniche d’acqua per le nostre necessità.


Decidiamo di cuocere la carne sulla griglia per non sporcare le pentole e risparmiare acqua. Inauguriamo così una pratica che ci accompagnerà per tutto il viaggio: cenare a lume di candela sotto un tetto di stelle ✨
5 agosto 2014

Lasciamo Elephant Sands e raggiungiamo Maun. In questa cittadina, che domina il delta dell’Okavango, rimarremo tre giorni al Sedia Riverside Lodge (link qui).



Al nostro arrivo a Maun non troviamo posto per un volo pomeridiano sul delta. Prenotiamo per la mattina successiva e per nulla disperati ripieghiamo su un pomeriggio di relax nella piscina del camping… dura la vita dell’avventuriero!
Il campo costeggia la riva del fiume Thamalakane ma questa è la stagione secca e si vedono pochissime zanzare, tenute a bada dai nostri repellenti. Più che altro si sente il gracidare delle rane 🐸
Durante la serata nel campo assistiamo ad una danza tradizionale che ci immerge molto nell’atmosfera locale.
6 agosto 2014





E’ da quando sono piccolo che vedo i documentari di David Attenborough su questo posto unico: il delta dell’Okavango. Per me è un po’ un sogno ad occhi aperti innalzarmi in volo sul delta. Il paesaggio è spettacolare. Isole, corsi d’acqua e aquitrini, ippopotami, elefanti ed impala. Un’ora a centocinquanta metri d’altezza sono un’esperienza che riempie di gioia la mia anima.
Al ritorno è il turno della gita sui mokoro. I mokoro sono le classiche canoe spinte tramite un palo dalle popolazioni del delta. In ogni mokoro entrano due persone più il barcaiolo. Ci si muove lenti e silenziosi attraverso la vegetazione lacustre.





Avvistiamo un ippopotamo che si immerge ed emerge più o meno nella stessa zona! Le canoe si fermano e decidono di fare un giro largo per evitarlo. Per noi occidentali l’ippopotamo è spesso il protagonista puffoso di qualche vecchia pubblicità. Nella realtà è un animale territoriale ed aggressivo, agile e veloce sia in acqua che a terra che in Africa causa più morti dei coccodrilli o di altri animali.
Comunque sia lo aggiriamo senza troppi problemi e proseguiamo la nostra navigazione fino a destinazione. Verso mezzogiorno finalmente approdiamo sulla terraferma nel bel mezzo del delta. Quì è inverno, loro portano tutti dei cappellini come se facesse freddo, ma la verità è che il sole picchia come non mai.





Seguiamo le nostre guide per quello che si rivela un safari a piedi. Una delle esperienze più faticose e spossanti che mi sia mai capitata. Per fortuna ho un cappello a falde larghe e dell’acqua, perché veramente è dura tentare di avvicinarsi alle mandrie di zebre che vediamo sempre in lontananza. Per quanto noi potessimo apparire innocui e tranquilli, le zebre continuano ad allontanarsi correndo da un lato all’altro della piana. La nostra guida ci dice che la zebra è il simbolo del Botswana e che rappresenta la pace. Il Botswana infatti non ha partecipato a guerre nè avuto insurrezioni dalla data della sua indipendenza. Siamo contenti di questo ma lo siamo molto di più quando le nostre guide decidono che è ora di tornare.
7 agosto 2014
Giornata trionfale. Il primo vero safari con grandi, grandi aspettative. Si va nella Moremi Game Reserve (link qui), praticamente al centro del delta dell’Okavango. Vengono a prenderci su due fuoristrada attrezzati.





I nostri driver iniziano a portarci in giro. Le regole del parco sono molto severe: non bisogna uscire dai sentieri, non bisogna tagliare attraverso le siepi, non bisogna guadare i fiumi. Ed i nostri driver sono ligi alle regole ed iniziamo a vedere vari animali.





Vediamo subito un primo leopardo, che sonnecchia dopo la caccia notturna. Continuiamo a girare e davanti a noi un branco di antilopi scatta in fuga in un acquitrino sollevando spruzzi d’acqua. Ci sono animali per ogni dove nel Moremi.






Altri due leopardi, uno addirittura steso sul ramo di un albero e sotto di lui incastrati tra altri rami i resti di un facocero. L’altro all’ombra ai piedi dell’albero mezzo mimetizzato nella savana.
Ma noi vogliamo i leoni! LION 🦁Promettiamo una lauta mancia per vedere un leone. Ed i nostri driver si mettono alla radio e d’improvviso: vicino un villaggio dei leoni hanno abbattuto una zebra. I driver invertono la direzione 💰 escono dai sentieri 💰 tagliano per le siepi 💰 guadano un fiume 💰 e…






Un’intera famiglia di leoni tutta per noi. Il maschio dominante che satollo fa la guardia alle leonesse che a pancia piena sono sdraiate all’ombra con i piccoli. Una scena fantastica 🦁


Finito il game drive diamo una robusta e meritatissima mancia ai nostri due driver 💰💰💰 pur sentendo un qualche senso di colpa per averli spinti a violare tutte le norme di guida nel Moremi – sebbene siamo abbastanza sicuri che quelle regole valgano per i turisti fai da te più che per i locali.
9 agosto 2014

Oggi è una giornata lunga, di spostamento. Seicento chilometri per lasciare il Botswana alla volta della Namibia. Il Botswana è un grande esportatore di carne bovina. Per evitare la diffusione di malattie esistono delle linee rosse oltre le quali non è possibile spostare la carne o la frutta fresca. Bisogna scendere dal mezzo, i frigoriferi vengono controllati e bisogna passare con le scarpe sopra degli stracci imbevuti di disinfettante. Incredibilmente tutti i mezzi a nolo hanno scomparti più o meno celati alla vista per occultare carne e frutta (non scherzo, ci siamo informati ed era così anche nelle jeep di un gruppo di italiani incrociati successivamente). Ovviamente Peter conosce i punti di controllo e si ferma per tempo per spiegarci la situazione e farci nascondere la carne in dei vani sotto alcuni sedili.



Facciamo varie soste per sgranchirci le gambe ma è una giornata abbastanza piatta finché non arriviamo al confine con la Namibia. Bisogna scendere per il controllo passaporti mentre Peter col camion dovrà consegnare vari documenti. Solo che c’è un problema. Viene fuori così per caso. Piccolo piccolo come un timbro di ingresso nel Botswana sul passaporto di un partecipante. Alla frontiera Zambia-Botswana si sono dimenticati di apporlo. Chiediamo consiglio a Peter che non batte ciglio. Basta nascondere il partecipante sul camion in uscita dal Botswana e farlo ricomparire alla dogana per il timbro di entrata in Namibia!



Entriamo quindi senza problemi in Namibia, dove diciamo addio all’asfalto delle strade del Botswana. Qui saranno sempre in terra battuta. Raggiunta finalmente Rundu montiamo tende e cucina e ci godiamo la nostra grigliata.
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