17 agosto 2024

Oggi ci attende una lunga giornata. Facciamo una abbondante colazione in albergo e saliamo sull’autobus per visitare prima la parte araba del Cairo e poi finire la parte egizia, visto che il primo giorno avevamo visitato solo le Piramidi di Giza.



Raggiungiamo la Fortezza di Saladino (Castello Salah Al-Din Al-Ayoubi). La fortezza fu costruita appunto da Saladino nel XII secolo come protezione contro i crociati e per velocizzarne la costruzione vennero sfruttati i rivestimenti in calcare bianco che abbellivano le Piramidi di Giza. Solo sulla sommità della Piramide di Chefren è rimasta parte di questo rivestimento che rendeva ancora più spettacolari le antiche piramidi.




All’interno della fortezza sorge la Moschea di Muhammad Ali o Moschea di Alabastro. I lavori iniziarono nel 1839 e finirono nel 1857. Ispirata nella forma alla Moschea di Santa Sofia di Istanbul, presenta le pareti del cortile rivestite per 11 metri di alabastro. La moschea fu fatta costruire, come si evince dal nome, da Muhammad Ali Pascià, padre fondatore dell’Egitto moderno che aveva abbattuto il regime mamelucco e liberato l’Egitto dal vassallaggio dell’Impero Ottomano. Nella foto del cortile interno potete vedere la torre dell’orologio donato dal re di Francia Luigi Filippo per ringraziare Ali Pascià del dono dell’obelisco di Luxor (ora a Place de la Concorde). Nella moschea è sepolto lo stesso Muhammad Ali Pashà.



Dall’esterno della moschea si può vedere Il Cairo dall’alto e, in lontananza, tra la foschia e lo smog le Piramidi di Giza (dovete sforzarvi molto, lo so, ma un pochino, molto pochino, nella terza foto si vedono 😬)




Lasciata la moschea andiamo al Suq Khan el-Khalili. Secondo solo al Bazar di Istanbul, il mercato è un dedalo di strade zeppe di botteghe e negozi. Scesi dall’autobus facciamo base al El Fishawy Cafe. In esercizio dal 1797 – un anno prima che Napoleone Bonaparte invadesse l’Egitto – all’inizio del XX secolo il caffè era famoso per essere frequentato da intellettuali e scrittori, in particolare durante il Ramadan, tra cui il Nobel Naguib Mahfouz. Dopo aver gustato un drink lì ci dividiamo a piccoli gruppi per esplorare il suq.




Lasciato il bazar ci allontaniamo dalla città per raggiungere nel deserto la necropoli di Saqqara. Si accede alla necropoli oltrepassando una cinta muraria e percorrendo un corridoio colonnato. Superato questost’ultimo ci si trova direttamente davanti la Piramide a Gradoni. Questa è la più antica struttura egizia di grandi dimensioni edificata interamente in pietra. Prima di essa, infatti, le tombe monumentali egizie erano dei parallelepipedi detti mastabe (panche in arabo). La piramide venne eretta per la sepoltura del faraone Djoser, sovrano della III dinastia e primo faraone dell’Alto e Basso Egitto, e fu progettata dal suo architetto Imhotep. Apparentemente consisterebbe di sei mastabe di dimensioni decrescenti, costruite una sull’altra. In realtà non fu concepita direttamente così. Infatti la piramide nasce da una mastaba quadrata che copriva un pozzo verticale profondo 28 metri e che fu successivamente ampliata dandole pianta rettangolare. Vennero poi costruiti quattro gradoni prima ed altri due successivamente così da ottenere il risultato attuale.
Nell’antico Egitto le case della città dei vivi erano fatte in mattoni crudi perché dovevano durare solo una vita. Le case della città dei morti erano fatte in pietra perché dovevano durare per sempre.


Alle spalle della piramide si trova una piccola costruzione inclinata che potrebbe sfuggire ai più. È il serdab di Djoser, una camera destinata alla statua raffigurante il faraone. Lo scopo della statua era di ospitare il ka, lo “spirito vitale”, del defunto. Il ka infatti con la morte avrebbe dovuto abbandonare il corpo del faraone ma avrebbe potuto insediarsi nella statua per perdurare. Il serdab è inclinato e presenta due fori nel muro, fori che permettevano alla statua di osservare le stelle circumpolari che mai tramontavano, una delle destinazioni dello spirito del faraone.
Per chi fosse più attento (o per chi non temendo gli spoiler fosse arrivato direttamente qui dal link nella parte dedicata al Museo Egizio) confermo che questa statua è una copia dell’originale esposta nel Museo Egizio del Cairo. Questa storia del ka che avrebbe dato vita alla statua e dei fori per permettergli di vedere la sua destinazione finale mi ha sempre intrigato ed affascinato da quando l’ho scoperta.




Dopo aver ammirato la Piramide a Gradoni ci spostiamo nella necropoli per visitare la Tomba di Idut. Costei era una principessa della famiglia reale, figlia di Unas, faraone della V dinastia. La tomba era stata inizialmente approntata per il visir Ihy ma poi fu utilizzata per seppellire la principessa. È una tomba dalle pareti ricche di raffigurazioni della vita di tutti i giorni, di scene di caccia, di pesca, ecc. Vi è anche una bellissima falsa porta, un elemento architettonico che con la sua magica funzione consentiva al ka del defunto di transitare, attraverso la via dell’Aldilà, dal regno dei morti a quello dei vivi e viceversa.


Di nuovo sul bus per spostarci nella necropoli di Dahshur. Questo sito è stato aperto al pubblico solo dal 2022, in quanto adiacente ad una base militare e quindi è meno frequentato dal turismo di massa. Questo fa si che non ci sia la folla straripante di Giza e che ci si possa godere in tranquillità la magia del deserto e di queste costruzioni fantastiche. Raggiungiamo prima la Piramide Romboidale. Costruita per il faraone Snefru ebbe un problema tecnico. Doveva essere una piramide regolare ma il terreno su cui veniva innalzata iniziò a cedere e gli architetti furono costretti a ridurre l’angolo di pendenza dando così vita… ad un soufflé sgonfio 😬



Ovviamente a Snefru non piacque e si fece costruire su un terreno più solido poco distante la Piramide Rossa (chiamata così per il colore dell’arenaria con cui è costruita), terza in altezza dopo quelle di Cheope e di Chefren. Ma soprattutto la PRIMA piramide regolare mai costruita al mondo! Ovviamente come tutte le piramidi originariamente era bianca perché ricoperta di calcare, come già detto poi rimosso nel medioevo per costruire Il Cairo. Entrambe le piramidi sarebbero visitabili al loro interno ma solo la Piramide Rossa ha una via di ingresso agevole e noi ci inoltriamo impavidi al suo interno. Prima risaliamo fino a metà costa la struttura e poi ci infiliamo in un buco pavimentato con assi di legno e scendiamo curvi su questa passerella per 65 metri. Alla fine ci ritroviamo a 25 metri di profondità a visitare le tre stanze funerarie. Sono completamente prive di alcun decoro ma permettono di rendersi conto dell’ingegno architettonico che è servito per innalzare simili monumenti.


Dopo tutte queste piramidi facciamo pausa al National Papyrus Center, una galleria dove ci illustrano la modalità di fabbricazione della carta di papiro. Nella galleria è ovviamente possibile acquistare papiri decorati di diverse dimensioni e fatture.



Dobbiamo cenare presto perchè abbiamo lo spettacolo serale alle Piramidi e ci fermiamo al Queen Cleopatra Restaurant & Coffee. Il ristorante è anche fornito di una terrazza da dove emozionarsi al tramonto guardando le piramidi 🔝




E per finire andiamo a vedere lo Spettacolo di Luci e Suoni alle Piramidi di Giza. Lo spettacolo consiste in una narrazione delle tappe principali della storia dell’antico Egitto e dei suoi principali faraoni. La narrazione si avvale di una proiezione sulla parete del tempio a valle e viene esaltata dagli effetti cromatici proiettati sulle piramidi e sulla sfinge. Una pecca che debbo sottolineare è che la parte luminosa dello spettacolo viene sminuita dall’inquinamento luminoso del Cairo che illumina il cielo alle spalle dei monumenti. Ormai la megalopoli si è espansa ben al di là di Giza 🤷🏻♂️
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