13 agosto 2009
In mattinata torniamo all’aeroporto di Matei. Abbiamo un aereo diverso da quello dell’andata. Pesano i nostri bagagli, pesano i nostri zaini. E pesano noi. Ci dicono che serve per distribuire equamente il peso sull’aereo. Però non devono esserci grossi squilibri perché poi all’imbraco ci invitano ad occupare liberamente i posti in carlinga.
Tornati a Nadi giriamo in centro per comprare un po’ di souvenir. Per tornare in albergo decidiamo di fermare un taxi e qui ci succede una cosa strana. Il tassista ci chiede quale sia l’agenzia turistica che sta gestendo il nostro viaggio. Noi gli rispondiamo che siamo con Margareth e lui ci risponde che non può portarci perché non lavoro con loro! Però ci tranquillizza e telefona ad un collega che potrà caricarci!
In serata conosciamo Tim, il proprietario della barca su cui trascorreremo la prossima settimana. Tim è un australiano molto alto e possiede un catamarano di 14 metri, il Moale (link qui), parola che in lingua locale vuol dire onda. Oltre lui a bordo ci saranno lo skipper Sai ed Ann, una ragazza con le funzioni di mozzo.
14 agosto 2009
Finora il meteo ci ha sempre graziato. Se doveva piovere, avveniva o di notte o a fine giornata. Ieri ha diluviato ma oggi c’è ancora vento e mare mosso. Impossibile prendere il mare. Ci spostiamo comunque a Port Denarau Marina (link qui) e nel pomeriggio ci imbarchiamo per dormire a bordo e partire domani, non appena possibile.
Dopo cena passiamo la serata in uno dei locali del porto: Cardo’s (link qui). Lì conosciamo il proprietario, il signor Cardo appunto, che ci offre da bere e ci invita a divertirci. C’è una band che suona dal vivo cover di disco music. Ci scateniamo insieme a neozelandesi ed australiani 🕺🏻💃🏼 E’ il delirio! Che serata 🎶
Sul tardi inizia di nuovo a piovere e passiamo la notte di tempesta all’ancora 🤷🏻♂️
15 agosto 2009

In mattinata finalmente il tempo migliora e salpiamo. Raggiungiamo le isole Mamanuca e gettiamo l’ancora all’isola di Beachcomber. Il gruppo si divide perchè tre ragazze che soffrono il mal di mare si sono organizzate per passare la settimana in un paio di resort, uno qui ed un’altro alle Yasawa che raggiungeranno con un traghetto. Ci accordiamo comunque per raggiungerle al secondo resort nell’arcipelago delle Yasawa.




Snorkeling, spiaggia, sole. Beachcomber è il classico resort per turisti con animazione in spiaggia ed una magnifica barriera corallina. Nel pomeriggio ci spostiamo nella parte meridionale dell’arcipelago delle Yasawa. Gettiamo l’ancora davanti l’isola di Navadra in tempo per l’ultimo bagno.






Abbiamo chiesto a Tim di portarci in posti non turistici, lontano dai resort. E lui, che conosce bene la zona, ci accontenta. L’isola è tutto quello che si sogna di trovare alle Fiji. Una spiaggia bianca di difficile accesso – la barriera corallina non lascia spazio per uno sbarco facile e solo la conoscenza che ne ha Tim ci permette di toccare terra passando col gommone a filo sui coralli. Lo scenario sott’acqua è da favola: una rigogliosa barriera corallina popolata da grossi pesci colorati ed enormi stelle di mare.
L’isola è sacra e Ann ci prega di non inoltrarci nell’interno. La sera il vento inizia a pulire il cielo dalla nuvolaglia e dopo un po’ siamo sotto un tetto di stelle.
16 agosto 2009

Buongiorno! Ci svegliamo che in questa baia ci siamo solo noi ed un’altra barca battente bandiera canadese. Il tempo è perfetto: cielo limpido e sole splendente. Il tempo di fare colazione e poi di nuovo in acqua per un poi di snorkeling 🐠




Poi di nuovo in navigazione. Alla sera gettiamo l’ancora in un posto chiamato Blue Lagoon, di fronte l’isola di Tavewa.
17 agosto 2009




Ci svegliamo quindi davanti l’isola di Tavewa. Il nostro equipaggio ci sbarca su una spiaggia che loro chiamano proprio Blue Lagoon, Laguna Blu, come il film degli anni ’80 con Christopher Atkins e Brooke Shields.
Ed infatti qui sono state girate alcune scene del film. Il posto è veramente bello, acqua e spiaggia incantevoli. Ci godiamo allora una luuunga e noiosa giornata di mare 😂
18 agosto 2009

Gita alle grotte di Sawa-i-Lau. Le grotte sono considerate sacre: qui infatti era il luogo di riposo dell’antico dio a dieci teste chiamato Ulutini. Inutile dirvi che anche intorno quest’isola lo snorkeling è magnifico.




La sera si torna all’ancora a Blue Lagoon. Ceniamo a terra, nel resort omonimo dove reincontriamo le tre ragazze che avevamo sbarcato a Beachcomber. La cucina è in stile lovo: pollo, pesce, foglie di taro imbevute di latte di cocco. Molto, molto buono, anche meglio del resort di Taveuni.
19 agosto 2009

Ci spostiamo a Manta Rey Bay. Il nome è legato a delle mante che ormai sono stanziali in zona. Ne incrociamo un paio e facciamo il bagno con loro. Sott’acqua sembrano volare come farfalle. Sono veramente leggiadre e bellissime. Tentiamo di nuotare con loro ma è veramente difficile tenergli testa!




20 agosto 2009
Il meteo volge di nuovo al brutto ma per noi ormai non è più un problema. Siamo di rientro a Nadi. Sbarchiamo e ci prepariamo al gran rientro.
21 agosto 2009

Abbiamo un lungo scalo a Seoul e siamo ospiti della Korean Air per la serata. Un autobus, che sembra risalire alla guerra di Corea, ci porta dall’aeroporto di Incheon fino a Seoul, che dista una trentina di chilometri più traffico.


Ci sistemano al Royal Hotel Seoul (link qui) in comode stanze doppie dove la nostra attenzione viene completamente catturata dal bagno e dalla sua tazza ipertecnologica: il washlet. Seduta riscaldata, bidet integrato con getti diversi per uomo e donna. Tutto molto tecnologico ma inutilmente cerchiamo un pulsante per lo scarico. Per quello c’è la tradizionale maniglia al lato della cassetta 🤪




L’albergo è vicino una chiesa cattolica ed è immerso in un fitto reticolo di vicoletti. Sulle stradine si aprono ristoranti che emanano zaffate di fritto ed il centro della via è occupato da bancarelle di street food che emanano altre zaffate di fritto. Sono ancora aperti vari negozi di abbigliamento e di cosmesi. Anzi questi sono quelli che risaltano di più perché hanno all’esterno delle ragazze col compito di invitare le passanti ad approfittare delle occasioni (almeno immaginiamo sia così visto che qui si parla solo il coreano). Il senso estetico coreano è quanto di più lontano dal nostro. Incrociamo una ragazza che sembra aver messo un baby doll sulla maglietta ed una coppietta che indossa la stessa maglietta: a righe nere e dorate (tipo Ape Maia 🐝) con occhiali dorati di pezza cuciti sul petto 🤷🏻♂️ Finiamo la serata in un pub a bere birra annacquata serviti da coreane in abiti tirolesi 😂
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