26 Aprile 2019

Finalmente lasciamo Tokyo che, come New York City per l’America, è in realtà un mondo a sè. La nostra meta è Takayama, un piccolo borgo di montagna caratterizzato da antiche casette in legno, da una serie di locande storiche, di botteghe d’artigianato e di antiquariato, nonché da fabbriche centenarie dove si produce il sakè. Insomma uno di quei posti dove il connubio tipicamente giapponese tra antico e moderno trova la sua sintesi. Il viaggio ci impegna per buona parte della giornata – Shinkansen fino a Nagoya e treno locale fino a Takayama. La parte in treno si rivela molto bella perchè ci permette di ammirare il paesaggio montano circostante.





Al nostro arrivo, nel tardo pomeriggio, non perdiamo tempo ed andiamo a visitare il “villaggio tradizionale” di Hida: Hida no Sato (link qui). E’ un museo a cielo aperto consistente di una trentina di case risalenti al periodo Edo.





Le case sono state recuperate da vari villaggi della regione di Hida e riunite qui per dare vita a questa struttura. Sono visitabili anche all’interno e contengono vari strumenti e suppellettili della vita quotidiana dei contadini, permettendo così di rendersi conto di quanto fosse dura la vita nel periodo feudale, soprattutto in una zona di montagna come questa dove l’inverno cadono abbondanti nevicate.





Il nostro alloggio è l’Oyado Hachibei (link qui), un ryokan ossia un albergo tradizionale giapponese. Un vasto edificio a due piani dove girare vestiti in kimono, rilassarsi la sera nell’onsen e cenare seduti a terra ai classici tavolini bassi gustando una tipica cena nipponica per poi dormire a terra sui futon.
A parte i kimono che erano disponibili anche nell’albergo di Tokyo, per noi è la prima volta in cui possiamo immergerci veramente nella tradizione giapponese. Provo a descrivervi allora la nostra esperienza. Come quasi ovunque in Giappone anche e soprattutto qui le scarpe vengono lasciate rigorosamente in una scarpiera all’ingresso della struttura, dove vengono fatte trovare delle ciabatte. Portati i bagagli nelle stanze, abbiamo preso i kimono – forse non l’ho sottolineato finora, ma per tutto il viaggio non ho mai utilizzato il pigiama che avevo portato perchè tutte le strutture ci hanno fatto sempre trovare kimono e calzini per la notte – e ci siamo diretti all’onsen.
Cos’è l’onsen? Questo termine identifica una stazione termale che può essere gestita dalla comunità – quindi una struttura pubblica – o da un albergo, quasi sempre un ryokan, come nel nostro caso. Non è prevista promiscuità: ogni onsen quindi è composto di una zona maschile separata da quella femminile. I giapponesi tengono molto alla loro igiene e prima di entrare nelle vasche di acqua calda si passa nella zona delle docce. Per accedere alle docce si passa dallo spogliatoio dove si hanno ceste o armadietti dove lasciare oggetti e vestiti. Nell’onsen si entra completamente nudi. Dallo spogliatoio si accede quindi alla zona delle docce, dove ci si insapona accuratamente e ci si sciacqua abbondantemente seduti su bassi sgabellini. Poi finalmente si passa alla zona delle vasche. Le vasche di acqua calda possono essere all’interno della struttura o all’esterno. Nel nostro caso ne avevamo due: una interna ed una esterna. LA temperatura dell’acqua è sempre alta ma se ci sono più vasche in una può essere anche molto alta 🔥 E quindi… cosa c’è di meglio dopo una giornata in giro di un bel bagno rilassante?!?





Dopo l’onsen ci siamo riuniti per la cena. Tutti puliti e addobbati con i nostri kimono, abbiamo consumato una cena tradizionale seduti a terra ai tavolini bassi. I pasti non prevedono mai pietanze abbondanti (premuratevi quindi di comprare durante la giornata biscotti o altre vettovaglie casomai il cibo non fosse sufficiente a saziarvi) ma la presentazione delle pietanze è sempre molto curata ed è una gioia per gli occhi. Si mangia rigorosamente con le bacchette. Ma tranquilli. Anche se non siete predisposti, non essendoci alternative, grazie ad un innato istinto di autoconservazione le utilizzerete senza problemi 😉 Alla peggio potrete comunque implorare per delle occidentalissime posate 😎
Le stanze sono spaziose ma si dorme a terra sui futon – materassi composti da diverse falde di cotone rivestite con una fodera e stesi su una stuoia, il tatami. Che alla fine non sono neanche scomodi… se non fosse per la difficoltà ad alzarsi. I bagni sono comuni al piano. Visto che si gira in calzini o pantofole da camera, all’ingresso dei bagni sono disponibili pantofole più spesse o zoccoli di legno. Le tazze sono le tipiche tazze giapponesi, i washlet, con seduta riscaldata, bidet maschile e femminile incorporato e forse altri optional su cui non ho indagato. L’acqua cade nel serbatoio di ricarica tramite un foro, meccanismo che da vita ad una fontanella per permettervi di sciacquare subito le mani prima di uscire dalla cabina del bagno e lavarsele meglio ai lavandini.
27 Aprile 2019

Dopo una coreografica colazione tradizionale nel nostro ryokan, visitiamo Takayama. Le vie centrali sono costituite da queste antiche abitazioni risalenti al periodo Edo spesso trasformate in negozi o in locande.





La città è attraversata dal fiume Miyagawa che dagli argini e dal ponte Nakabashi offre scorci primaverili commoventi con i petali dei fiori di ciliegio che cadono ovunque.





Visitiamo la Takayama Jinya (link qui), la antica residenza del governatore. Costruita nel 1615, è l’unico edificio governativo del suo genere rimasto in Giappone. L’edificio è una grande struttura in legno, con un’architettura tradizionale giapponese che riflette il periodo Edo. Ha un cortile interno, un teatro nō, camere per gli ospiti e altre stanze utilizzate dall’ufficio del governo. Ci sono anche un orto e un’area per i cavalli, che rappresentano elementi importanti della vita quotidiana dell’epoca. Visitiamo numerose stanze dal pavimento ricoperto di tatami, stanze che in realtà ospitavano uffici, sale conferenze, camere per gli ospiti e spazi residenziali ma che adesso sono abbastanza vuote. La struttura ospita anche un museo con attrezzi d’epoca e testi letterari. Una delle caratteristiche più affascinanti del Takayama Jinya è il sistema di distribuzione dell’acqua intelligente che era in uso all’epoca. Un elaborato sistema di tubi e canali portava l’acqua dal fiume vicino all’edificio, fornendo acqua potabile agli abitanti e ai funzionari governativi. Questo sistema è ancora in funzione oggi e noi visitatori possiamo ammirare il suo ingegnoso design.





Lasciata la residenza del governatore procediamo nel centro storico e visitiamo la Funasaka Sake Brewery (link qui), una distilleria di sakè tradizionale in attività da duecento anni. Il cortile interno è un incantevole rifugio dal tran tran della strada affollata e vociante!





Lasciata la distilleria proseguiamo lungo le vie affollate del centro storico per raggiungere la Higashiyama Walk, un piacevole percorso che si snoda attraverso i templi della città risalendo man mano la collina boscosa fino al sito dove una volta sorgeva il castello.





I templi sulla collina sono veramente molti e noi, per una mera questione di tempi, visitiamo solo i primi che incontriamo: il tempio Kyusho, il tempio Myokanzan Eikyoin ed il tempio Daiou. In questa splendida giornata di primavera i loro giardini risplendono tra i ciliegi in fiore e le piante perfettamente potate .





Tornati nella città vecchia l’occhio ci cade su Fukyuan (link qui), una antica dimora trasformata in un cafè. Un posto spettacolare, fuori dal tempo! Accolti all’ingresso dalla armatura di un samurai proseguiamo nel piccolo giardino interno intorno al quale si aprono le sale dove degustare tè, gelati e dolci.

Nel pomeriggio riprendiamo il treno per raggiungere Kyoto. Andando nella carrozza di testa passo un po’ di tempo ad apprezzare l’organizzazione giapponese atta a mantenere i treni in perfetto orario.
Le ferrovie dotano i macchinisti di un orologio da tasca, il classico cipollone dei nostri nonni. Nella plancia di comando del treno c’è una sagomatura predisposta per accogliere l’orologio. Ogni volta che si passa un checkpoint, un passaggio a livello per esempio, il macchinista controlla da una tabella appesa nella cabina la puntualità della corsa.





In serata siamo a Kyoto, prendiamo le stanze al Kyoto Travellers Inn (link qui) e facciamo un giro a Gion, il quartiere delle gheise, prima di andare a cena. Gion è un quartiere caratterizzato dalle tipiche case in legno dette Machiya che ospitano negozi, ristoranti e le famose (e carissime) sale da tè dove le geishe svolgono funzioni di intrattenimento. Occorre sottolineare come quello della geisha non sia un lavoro che abbia a che fare precipuamente con il sesso come spesso viene frainteso in occidente. La geisha è una artista che intrattiene con canti, musica e danza i propri ospiti.
28 Aprile 2019

Prima tappa della giornata: Nara. Andiamo alla stazione di Kyoto ed in un’oretta siamo arrivati a destinazione.

Nara è un sito famoso perché divenne la prima capitale stabile del Giappone nel 710 e mantenne questo status fino al 794. Prima di allora era usanza che le capitali cambiassero sede all’ascesa di un nuovo imperatore. Il sito ospita alcuni dei più grandi e più antichi templi giapponesi.





Dalla stazione a piedi raggiungiamo velocemente il Parco di Nara all’altezza del Tempio Kofuku-ji, un’enorme polmone verde costellato da numerosi templi buddisti e famoso per i cervi sika che lo popolano e che si fanno avvicinare senza problemi dai turisti.





Varcato il Nandai-mon Gate (link qui), un enorme cancello in legno, visitiamo il Tempio Todai-ji (link qui), uno dei templi buddisti più famosi del Giappone – si tramanda che la capitale fu trasferita da Nara a Nagaoka nel 784 proprio per limitare l’influenza dei suoi monaci sul governo centrale! La caratteristica principale del tempio è il Daibutsu-den (link qui), la struttura in legno più grande del mondo che ospita una delle più grandi statue in bronzo del Buddha.





Nara è anche famosa per i suoi cervi sika che sono considerati messaggeri degli dei e quindi sacri e che si muovono liberamente nei parchi cittadini. Tutti sono entusiasti di nutrirli con biscotti e di scattarsi selfie con loro. La scena è carina e se avete dei bambini impazziranno dalla gioia per accarezzare i cervi. A me che invece preferisco vedere gli animali vivere liberi e soprattutto indisturbati in natura, i cervi dei parchi di Nara hanno entusiasmato molto meno.





Riprendiamo il treno per tornare a Kyoto per la nostra seconda tappa della giornata: il tempio Fushimi Inari (link qui). Fushimi Inari è un vasto complesso di templi scintoisti dedicati appunto al kami Inari, il dio del riso, i cui messaggeri sono le volpi. Il sito è caratterizzato da lunghe gallerie di torii dipinti di rosso vermiglio che collegano le varie zone sacre.





La giornata vede una densa presenza di “inkimonati”, ragazzi e ragazze da immortalare nei loro bellissimi abiti tradizionali in una scenografia fantastica.



Tornati in centro a Kyoto facciamo una passeggiata veloce a Gion per andare a cena sul lungofiume da Sugidama (link qui), locale dove gustare freschissimo sushi servito su nastro.
29 Aprile 2019

La mattina lasciamo Kyoto per il Castello di Himeji (link qui). È il più spettacolare dei dodici castelli medioevali rimasti in Giappone. Costruito nel XIV secolo, il castello di Himeji ha subito diverse modifiche e ampliamenti nel corso dei secoli, ma la sua struttura attuale risale al XVII secolo. Ciò che rende ancora più impressionante questo castello è la sua torre principale di sei piani, che si erge maestosa nel cielo. La sua forma elegante e slanciata ha guadagnato al castello di Himeji il soprannome di “Castello dell’Airone Bianco”.





Elegante nelle linee, bianchissimo ed imponente merita tutta la sua fama. Se voleste visitarlo sappiate però che all’interno le sue stanze sono assolutamente vuote. Se aveste poco tempo allora sarebbe meglio restare nel sottostante parco Koko-en (link qui) per assistere ad una cerimonia del tè.
In Giappone, nazione dalla lunga tradizione feudale, sono rimasti, come accennavo, ben pochi castelli. E questo non tanto per la seconda guerra mondiale e le distruzioni legate ad essa. I castelli erano il centro del potere dei vari signori della guerra che governavano in Giappone durante i due secoli del periodo Sengoku o degli stati belligeranti. Un periodo in cui i vari signori feudali avevano tolto potere all’imperatore ed i feudi erano sempre in guerra tra loro. Con il restaurarsi del potere centrale furono gli imperatori a distruggere man mano i castelli per costringere alla sottomissione le famiglie nobiliari. Detto ciò, i pochi rimasti sono stati tutti ricostruiti più volte. I castelli in Giappone infatti sono costruiti in legno e posti sempre in zone elevate – la difesa era spesso affidata più alle torri di guardia e alle mura che non alla struttura centrale. Il castello doveva magnificare la potenza del suo signore. Ma attirava sovente i fulmini che generavano vasti incendi.





Dopo Himeji andiamo ad Arashiyama. E’ una zona molto suggestiva, caratterizzata da una bella foresta famosa per i suoi alti e sottili alberi di bambù che creano un’atmosfera eterea.





E non siamo solo noi turisti ad apprezzare la zona. Moltissimi giapponesi inkimonati passeggiano per la foresta o a piedi o sui risciò.





Attraversata la foresta raggiungiamo la stazione dove prendiamo un trenino panoramico, il Sagano Scenic Railway (link qui), che costeggia i profondi canyon solcati dalle acque impetuose del fiume Hozugawa. Arashiyama ospita anche vari templi, tra cui il tempio Tenryuji, un importante tempio zen, e la Katsura Rikyū, uno dei più raffinati esempi di palazzo con giardino giapponese. Ma ha deciso di diluviare e li approcciamo velocemente.
30 Aprile 2019
Stamane termina l’era Heisei con l’abdicazione dell’Imperatore Akihito. Una cerimonia di dieci minuti da quel che ci dicono. Sono esposte bandiere giapponesi ovunque, alle finestre dei palazzi e sul cofano delle auto. Ovunque.

A Kyoto diluvia. Ma noi guardiamo le app del meteo e allora prendiamo lo Shinkansen ed in tre ore andiamo ad Hiroshima dove il tempo è più clemente.





Hiroshima è una meta particolare il cui nome è passato alla storia per l’esplosione della prima bomba atomica. La devastazione lascia traccia di se nell’unico edificio non ricostruito, l’Atomic Bomb Dome (link qui), altresì noto come Memoriale della pace di Hiroshima, sventrato dall’esplosione e rimasto qui a monito per tutti noi. Più lo guardi, più resti attonito al pensiero di tante vite spente in una frazione di secondo. Ci giro intorno e non riesco a staccare gli occhi da questo rudere così carico di significato. Poi una passeggiata nel Peace Memorial Park (link qui) dove sostiamo davanti la Flame of Peace. Progettata da Kenzo Tange, allora professore all’Università di Tokyo, la base della scultura rappresenta due polsi uniti, e le due ali su entrambi i lati rappresentano due palme rivolte verso l’alto, verso il cielo. È stata progettata sia per consolare le anime delle migliaia di persone che sono morte implorando acqua, sia per esprimere le speranze per l’abolizione delle armi nucleari e la realizzazione di una pace mondiale duratura. La fiamma in cima è stata accesa il 1 agosto 1964 e da allora è sempre rimasta accesa in segno di protesta contro le armi nucleari, e continuerà a bruciare finché non ci saranno più armi nucleari sulla Terra. Da lì al Hiroshima Victims Memorial Cenotaph (link qui), un arco eretto sotto il punto di detonazione (la bomba esplose a 580 metri dal suolo) davanti al quale ci si può raccogliere in preghiera.





Dopo il Peace Memorial Park andiamo a vedere il Castello di Hiroshima (link qui) che, al contrario di molti altri costruiti su un colle, è in una piana nel centro della città. Controllato il meteo vediamo che a Kyoto ha smesso di piovere. Torniamo un stazione, compriamo del bento (il tipico cibo da asporto già pronto ed inscatolato) e via, di nuovo su uno Shinkansen 🚅





Tutto questa fretta perché il nostro obiettivo a Kyoto è andare assolutamente a vedere il tempio Kinkaku-ji (link qui) o Tempio del Padiglione d’Oro. Un famoso tempio zen i cui ultimi due piani sono ricoperti all’esterno da lamine d’oro. Costruito sulle sponde di uno stagno su cui si riflette è circondato da un vasto parco. Arriviamo giusto in tempo per entrare prima che il parco chiuda 😅





Facciamo quindi un giro al Nishiki Market (link qui) – zona commerciale e di street food – per poi cenare sul lungofiume.
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