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2010

Maldive

Casio Exilim

Ho passato il Capodanno del 2010 alle Maldive con un gruppo di Avventure nel Mondo (link al redazionale qui). Tolti due giorni per l’andata ed il ritorno, di fatto abbiamo passato otto giorni in barca tra relax, snorkeling e sole 🌞

Siamo atterrati nella capitale Malè e lì ci siamo imbarcati sulla nostra nave per spostarci nell’atollo di Fulidhoo, dove abbiamo trascorso tutta la vacanza spostandoci all’interno della laguna delimitata dalla barriera. Le Maldive sono un luogo composto di acqua e cielo, con pochissima terra emersa. La popolazione vive o a Malè, un atollo totalmente cementificato, o polverizzata in piccoli villaggi sparsi sui vari atolli. La formula di questo viaggio quindi prevede di passare tutta il periodo in barca, sbarcando solo occasionalmente per delle soste su delle lingue di sabbia candida che emergono con la bassa marea o per visitare dei villaggi.

Le Maldive sono un ecosistema fragile, già provato dal maremoto del 2004 che ha provocato morti anche qui ed i cui danni sulla barriera corallina sono ancora visibili. L’impatto dell’uomo però risulta sempre più deleterio di quello della natura per questo ecosistema. Le zone costantemente emerse della barriera, abitate o meno, sono sempre invase da cumuli di bottiglie di vetro e di rifiuti di plastica. Quando abbiamo affittato la nostra imbarcazione abbiamo dovuto pagare una apposita tassa per finanziare la pulizia degli atolli. Quello che abbiamo visto però è stato che solo le zone limitrofe ai resort turistici sono tenute pulite. Il resto è abbandonato a se stesso. All’inizio abbiamo pensato che fonte di tale accumulo di rifiuti fossero le correnti provenienti da India e Sri Lanka. Poi però abbiamo scoperto che le stesse imbarcazioni maldiviane hanno l’abitudine di gettare l’immondizia in mare. Lo fanno di notte, di nascosto, mentre i turisti dormono. Abbiamo visto il nostro equipaggio allontanarsi dopo cena col tender con i sacchi a bordo. Farlo notare ha solo provocato qualche sorriso imbarazzato e reso l’equipaggio più accorto a non farsi vedere. L’isolotto dove abbiamo festeggiato il capodanno – per nostra espressa richiesta ci hanno portato in una zona totalmente disabitata – era un cumulo di rifiuti e l’abbiamo ripulito noi nel pomeriggio, bruciando poi tutto quanto raccolto non avendo altro modo di disfarci dei rifiuti!

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