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2008

Rangiroa

Casio Exilim

7 agosto 2008

Trasferimento via aereo a Rangiroa, il più grande atollo dell’Arcipelago delle Tuamotu. Rispetto alle Isole della Società il panorama cambia drasticamente. Non vi è più un vulcano spento a dare vita ad un’isola circondata dalla barriera corallina. Qui abbiamo solo una enorme barriera che delimita una immensa laguna. Una laguna così vasta che il lato dove atterriamo (dove sorgono Avatoru, il capoluogo, e Tiputa) ospita su un paio di motu la totalità della popolazione dell’isola. Per darvi un’idea della situazione il motu principale, che ospita il capoluogo e l’aeroporto, è lungo 12 km e largo circa 300 metri.

Il nostro alloggio qui è alla Pension Loyna (link qui). Sistemati i bagagli la nostra ospite ci invita a raggiungere una vicina cantina per assaggiare i vini locali. Ora… dovete comprendere il nostro stupore. Rangiroa è anche chiamata l’isola dall’immenso cielo visto che da un lato della laguna non si vede la terra dal lato opposto e vedi solo il blu del cielo e del mare tutt’intorno a te. Vino?!? Vigne?!? Qui?!? A 30 gradi costanti?!? Ma andiamo…

Arriviamo alla cantina e scopriamo che sì… qui coltivano il Vin de Tahiti (link qui). Due vitigni, moscato e carignano. Il commesso della cantina gratta un pezzo di corallo sulla parete e ci invita ad annusare l’odore che viene sprigionato. Assaggiando il vino in effetti ritroviamo quell’aroma particolare. La qualità finale non sarà eccelsa ma è decisamente un vino unico. Coltivato su una barriera corallina e trasportato in cantina via barca!

8 agosto 2008

Il meteo non è promettente stamane ma i nostri ospiti ci rassicurano: non pioverà 😬 Partiamo in barca per raggiungere sul lato ovest di Rangiroa la Lagon Bleu, una piscina naturale compresa tra il motu Tereia ed il motu Taeoo. A metà tragitto non è che piove: diluvia ☔️ L’equipaggio ci passa pure delle cerate ma tanto ci si bagna comunque ed è meglio stare senza. L’equipaggio è fiducioso che la pioggia ci abbandonerà a breve ed in effetti è così. A destinazione non piove più e durante la giornata farà capolino anche un pallido sole.

Purtroppo la latitanza del sole ha sminuito i colori, il turchese delle acque ed il bianco ed il rosa della sabbia. Facciamo anche una piccola escursione sul motu Taeoo, chiamato dal nostro equipaggio Isola degli Uccelli, rinomato per la sua varietà di pappagalli blu. Pranziamo su un altro piccolo motu e con i nostri ospiti improvvisiamo una sessione di danza ballando il tamurè. Loro se la ridono ma il ballo degli uomini prevede di stare molto piegati sulle ginocchia, muovendole l’una verso l’altra. E alla lunga non è proprio il massimo per noi 🤪

Abbiamo mangiato, abbiamo ballato, è arrivata l’ora di sparecchiare. Stoviglie e piatti vengono velocemente sciacquati nell’acqua della laguna… un ottimo espediente per stupire i turisti. Questa zona è un vivaio per gli squali pinna nera ed i detriti di cibo attirano i piccoli come una calamita!

I piccoli sono tantissimi e, viste le ridotte dimensioni, nuotano tranquillamente nell’acqua bassa in prossimità della riva. I nostri accompagnatori li afferrano per tirarli fuori dall’acqua e mostrarceli. Noi non vorremmo, ma evidentemente siamo turisti atipici, perché i tahitiani ignorano le nostre richieste come se non avessimo parlato 🤷🏻‍♂️

Comunque sia, dopo aver ricaricato a bordo le stoviglie, ripartiamo verso Avatoru. Nel mezzo dell’immensa laguna ad un certo punto avvistiamo un paio di mante. Nuotano poco sotto la superficie e le punte delle loro immense ali fuoriescono dall’acqua quando virano. Iniziamo a metterci le maschere, carichi d’entusiasmo, per gettarci in mare e nuotare con loro. Uno dei tacitiani ci ferma dicendoci qualcosa del tipo ce n’est pas sécuritaire de plonger il y a un requin tigre ici vous pouvez les manger, non è prudente tuffarsi qui, c’è lo squalo tigre, vi si mangia 🦈 Togliamo le maschere. La voglia di nuotare con le mante è scomparsa come per magia 🤪

9 agosto 2008

Oggi il tempo è splendido e raggiungiamo sul lato sud l’Île Aux Récifs. Approdiamo su una classica spiaggia di sabbia bianca ma procedendo verso il lato oceanico del motu il paesaggio cambia. Sempre più formazioni rocciose, formate da una scura roccia vulcanica, frastagliata dall’erosione, danno vita ad un ambiente atipico, lunare.

Proseguiamo attraverso una serie di piscine naturali verso la costa, facendo snorkeling ma sempre attenti a non tagliarci con le rocce affilate. Raggiunta la costa la nostra guida (che si era portato appresso questo retino pieno di lime) raccoglie per noi ricci e frutti di mare, ce li apre, ce li condisce con il lime e ce li fa gustare!

Tornati sulla spiaggia dove siamo sbarcati troviamo che ci è stata apparecchiata una tavola su foglie di banano intrecciate. Anche stavolta, dopo pranzo, il risciacquo delle stoviglie in acqua attira piccoli squali – meno piccoli di quelli di ieri comunque. E anche stavolta i tahitiani non si esimono dal volerli sollevare in aria per farceli fotografare. Tra l’altro il nostro equipaggio è composto di burloni. Prima di ripartire ci allontaniamo con le barche dalla costa e ci tuffiamo per un altro bagno con gli squali. Ma anziché attirare i pesci di barriera con cibo sminuzzato, come era successo a Bora Bora, i nostri simpatici amici lanciano in acqua la testa sanguinolenta del pescione che ci avevano cucinato a pranzo. Ho ancora la scena negli occhi. Questa testa che lentamente tocca il fondo con la sua lieve scia di sangue, gli squali che si fiondano sulla preda, la sabbia del fondo che si alza rendendo tutto torbido, squali che ti spuntano davanti, così, dal nulla, in questa nebbia marina, noi che letteralmente schizziamo sulle barche e loro che ridono a crepapelle 😱🦈🛥️ Ma che simpatici burloni 🤪

Per il gran finale di giornata prima di rientrare ci fermiamo nella zona detta Acquarium, una zona di acque basse protette dalla corrente che ospita splendidi giardini di corallo e moltissimi pesci multicolori. Qui – forse per farsi perdonare – i nostri amici tahitiani lanciano un po’ di cibo sminuzzato così da attirare i pesci che ci circondano come un arcobaleno vivente.

10 agosto 2008

Altra giornata splendida per andare ad est, al Les Sables Roses, una zona particolare non lontano dal motu Vaituri. Qui nel corso dei millenni milioni di piccole conchiglie sono state erose dagli eventi naturali ed i loro frammenti si sono miscelati per donare sfumature di colore rosa alle lingue di sabbia affioranti dalle limpide e poco profonde acque turchesi.

L’effetto è magnifico, stupendo. Ci troviamo sempre più in un posto unico al mondo! Pranziamo su un motu e balliamo di nuovo il tamurè con l’equipaggio. Al ritorno cinque delfini ci scortano per un piccolo tratto facendo a gare con le barche. Anche oggi tappa finale all’Acquarium per un ultimo snorkeling.

Ve lo ricordate il Maltese Falcon che era all’ancora a Bora Bora? Adesso è all’ancora qui, all’Acquarium. Risaliti dallo snorkeling i nostri marinai accontentano la nostra curiosità navigandogli vicino così da farcelo vedere per bene.

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