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2018

Luangwa

Nikon D5300 con Nikkor 18-200 e iPhone X

10 Agosto 2018

Il South Luangwa National Park è il nostro obbiettivo principale. Staremo qui tre giorni pieni, facendo safari mattina e pomeriggio ogni volta. Ne abbiamo prenotati quattro con le guardie del parco e ci riserviamo di farne un paio con le nostre auto.

Il primo game drive con i guardaparco è all’alba. I mezzi sono rialzati e scoperti per massimizzare la nostra visibilità. Sebbene di giorno faccia caldo e si stia in pantaloni e maglietta, alle sei del mattino nella savana le temperature sono decisamente basse. Ragion per cui siamo tutti imbacuccati peggio che se dovessimo rapinare una banca 🤪

Subito incrociamo una famiglia di leoni: maschio dominante ed harem di leonesse e leoncini. Sono di fatto accampati nei pressi della carcassa di un elefante. Noi subito supponiamo un assalto dei felini all’anziano esemplare ma il guardiaparco subito smonta le nostre fantasticherie, spiegandoci come l’elefante sia morto per cause naturali ormai cinque giorni fa. Al nostro arrivo è ricoperto da numerosi avvoltoi e neanche ve lo dico il tanfo che emana sottovento 😬

Noi pensavamo che i leoni mangiassero solo carne fresca, ma evidentemente la comodità di così tanto cibo facilmente disponibile merita un’eccezione alla regola. Tant’evvero che immortalo una leonessa mentre si addentra nell’addome squarciato della carcassa per uno spuntino.

Vediamo molti animali, come tutti gli altri giorni che gireremo per questo splendido parco – anzi per la piccola, minuscola parte di questo parco adiacente al nostro campo. Leoni, leopardi, elefanti, ippopotami, coccodrilli. E poi impala, kudu e waterbuck ed altri generi di antilopi. Anche qui aquile pescatrici ed altri generi di uccelli.

Per ora di pranzo i ranger ci riportano al campo, dove la famigliola di elefanti si aggira noncurante nel parcheggio del visitor center 🐘

Nel pomeriggio rientriamo nel parco, stavolta alla guida delle nostre auto. Subito incontriamo il nostro primo leopardo! Questa zona è famosa proprio per l’abbondanza di leopardi, cacciatori solitari che però qui appunto lo sono evidentemente un po’ meno.

Ci attardiamo il più possibile all’interno del parco, evitando però di farci cogliere dal buio. Guidare di notte senza conoscere bene il terreno e senza fari aggiuntivi ci farebbe correre dei rischi inutili.

11 Agosto 2018

Seconda mattina nel parco. Incrociamo a poca distanza un paio di leopardi reduci da una notte di caccia. Sonnecchiano e sbadigliano prima di trovarsi un ramo riparato dove schiacciare il meritato pisolino. Avvistamento successivo, tre giovani leoni. Giovani e quindi con poca criniera ma soprattutto senza leonesse, che dovrebbero contendere al maschio dominante del branco avvistato ieri.

Ci spostiamo vicino il fiume dove degli elefanti stanno attraversando un guado e risalgono la riva proprio davanti a noi. Siamo un po’ timorosi ma ci ignorano e proseguono il loro cammino. Nel fiume intanto due ippopotami si affrontano per contendersi il territorio. Restiamo appostati per vedere che succeda ma il più giovane rinuncia al combattimento e cede terreno al vincitore.

All’interno del parco esistono dei lodge esclusivi raggiungibili comodamente in aereo grazie ad una pista interna al parco stesso. Costo sui 1200$ a testa a notte. Stride un po’ coi 10$ che paghiamo per la piazzola delle tende 😬💸 I lodge che vediamo hanno una bella veranda attrezzata ed uno stagno personale con tanto di ippopotami. Nel pomeriggio avvistiamo un altro gruppo di leoni, con tanto di cuccioli e dopo il tramonto, mentre guadagniamo l’uscita, incrociamo un leopardo in caccia. Siamo elettrizzati e non vediamo l’ora di effettuare il safari notturno domani!

12 Agosto 2018

Altro giro del parco, mattutino. Stavolta incrociamo vari gruppi di scimmie e di antilopi.

Nel pomeriggio siamo con i guardiaparco per il safari notturno. Per il night game drive la partenza è alle sedici con ritorno per eventi e trenta (il sole tramonta verso le diciotto e trenta). Avvistiamo qualche branco di giraffe e di antilopi ed aspettiamo che il sole si avvii verso il tramonto. I ranger ci fanno scendere dai mezzi e ci offrono bibite e birre per goderci lo spettacolo!

Mentre nel game drive mattutino c’è solo un guardaparco per mezzo ad accompagnare i turisti, nel notturno sono in due in quanto uno di loro, dopo il tramonto, si siede sul cofano dell’auto e con una potente torcia illumina man mano gli animali che incrociamo. Avvistiamo iene, leopardi, ippopotami che si spostano sulla terraferma, branchi di impala addormentati, salvo le vigili sentinelle sempre all’erta.

13 Agosto 2018

Si torna indietro percorrendo verso ovest la Great East Road. È un lungo spostamento fino al Luangwa Bridge dove dormiamo di nuovo al Bridge Camp.

14 Agosto 2018

Secondo giorno di spostamento, stavolta per raggiungere Monze, dove ci accampiamo al Moorings Campsite (link qui).

Durante questi lunghi spostamenti scopriamo che in Zambia le forze dell’ordine utilizzano i telelaser per sanzionare gli eccessi di velocità! E lo scopriamo perchè ci fanno due multe. La prima ad una barriera per il pagamento del pedaggio della Great East Road. La strada ha un limite di 110 km/h ma poco prima e poco dopo la barriera il limite scende a 40 km/h. Alla ripartenza ci fermano subito perchè siamo a 50 km/h!!! 300 Kwacha a macchina (30$ circa a macchina). Protestiamo perchè è una multa palesemente ingiusta ed i poliziotti alla fine si accontentano di scalare la multa a soli 300 Kwacha per tutte e tre le auto. Poi dopo un po’ ci ferma una nuova pattuglia appostata subito a valle di un dosso. Anche qui per pochi chilometri oltre il limite. Altri 300 Kwacha ad auto. Protestiamo! È stato un agguato, siamo turisti, portiamo benessere, siete infami… ok non abbiamo detto proprio così 😅 Preso da parte, il capitano della pattuglia ci fa: cosa proponete? Noi eccoti 100 Kwacha e andiamo via. Affare fatto…

La sera mi dedico a qualche foto alla Via Lattea e alla Costellazione dello Scorpione che a queste latitudini campeggia maestosa in mezzo al cielo. E ala Via Lattea stessa!

15 Agosto 2018

Raggiungiamo Livingstone e mettiamo le tende al Victoria Falls Waterfront (link qui). Siamo tornati nella civiltà: wifi degno di questo nome, bar/ristorante iper rifornito con vista sullo Zambesi, anzi sul “tramonto sullo Zambesi”. Rete elettrificata a sicurezza dei turisti. Ci siamo disabituati alla confusione… e qui ce n’è veramente tanta: il continuo passaggio degli elicotteri che sorvolano le Cascate Vittoria, il continuo passaggio delle enormi imbarcazioni per le crociere sullo Zambesi, gli aerei in atterraggio e decollo dall’aeroporto di Livingstone.

Montiamo le tende ed andiamo al vicino Mosi Oi Tunia National Park, un parco di ripopolamento dei rinoceronti situato letteralmente al confine dell’abitato di Livingstone (o meglio, raggiunto dalla cittadina). Già al primo incrociare con gli elefanti notiamo l’atteggiamento nervoso ed aggressivo, il puntare le nostre auto e l’allargare le orecchie. Sono nervosi e stressati per l’antropizzazione del loro ambiente.

In Zambia i rinoceronti sono estinti ed in questo parco sono stati trasferiti dei rinoceronti bianchi dal Sud Africa. Come anche suggerito dalla Lonely Planet, dopo aver pagato l’ingresso al parco, diamo 10$ ad una delle guardie per farci portare direttamente dai rinoceronti. La cosa che sempre ti colpisce da queste parti è la facilità con cui vengono maneggiate le armi da guerra. Un guardaparco qui senza un Kalashnikov non si muove. Ma vi assicuro che anche le guardie giurate ai supermercati maneggiano le stesse armi da guerra. Tornando ai nostri rinoceronti, questi non se ne stanno nel parco – che in realtà costeggia un tratto di Zambesi ma non ci sembra così grande – ma vagano anche e soprattutto fuori da esso. Tant’evvero che senza la guida della guardiaparco non li avremmo mai trovati. Infatti ad un certo punto usciamo dal parco, saliamo sulla strada, entriamo in una improbabile traversa in terra battuta e raggiungiamo un altro gruppo di turisti che ha appena finito di ammirare i rinoceronti. Con loro altri due guardiaparco, sempre muniti di Kalashnikov d’ordinanza. Non so se per dissuadere i bracconieri o per salvare da una improbabile carica qualche turista troppo avventuroso. Comunque dopo un breve tratto a piedi, facendo attenzione ai rovi, finalmente eccoli!

Torniamo al nostro campo per goderci il tramonto sullo Zambesi ed una meritata cena al ristorante.

16 Agosto 2018

Come avevo accennato prima, la cittadina di Livingstone ha raggiunto il piccolo parco di Mosi Oi Tunia. Il nostro campo cintato (con rete elettrificata) è praticamente davanti l’ingresso del parco stesso. E nel game drive del giorno precedente gli elefanti ci erano sembrati più nervosi di quelli che avevamo incrociato nel Lower Zambesi e nel South Luangwa. Subito abbiamo pensato che questo fosse dovuto allo stress generato dal passaggio degli elicotteri, delle imbarcazioni, degli aerei, delle auto. Tant’evvero che, come ho detto, il campo era ben protetto. All’alba – saranno state le 4,30 del mattino – veniamo svegliati dai barriti infuriati di un elefante. Barriti a cui seguono tre colpi di arma da fuoco. Quando ci alziamo chiediamo lumi all’omino che viene a spegnere le luci notturne sulle piazzole. Non ci eravamo sbagliati. Avevano sparato in aria per far allontanare un elefante che aveva appena effettuato una carica sulla strada, travolgendo ed uccidendo una persona che passava in bicicletta 😰 Una parte del gruppo aveva in programma di fare il bagno alla Devil’s Pool. Praticamente si raggiunge un’isola nel mezzo delle cascate, si entra in acqua assicurati ad una fune e ci si sporge dal bordo delle cascate sul vuoto sottostante. A causa del livello eccessivo delle acque però la Devil’s Pool non è sicura – troppa corrente. Il gruppo però può vivere un’esperienza simile alla Angel’s Pool, parimenti da brivido. Io sinceramente non sento il bisogno di provare questo brivido e con qualcun’altro invece me ne vado a visitare il Museo Livingstone. C’è una sezione di Storia Naturale – sinceramente nulla di che – ma la parte che merita è quella dedicata al famoso esploratore. Più di tutto trovo affascinanti tre cose. Le sue lettere autografe, vergate con la bella grafia piena di grazie e di svolazzi tanto in voga tra le classi colte dell’epoca vittoriana. Il nostro eroe, durante una delle sue spedizioni, fu aggredito da un leone – c’è anche un quadro a ricordarlo. Nell’aggressione si ruppe il braccio sinistro che, rappezzato da lui e da un missionario, calcificò male, tant’evvero che Livingstone non fu più in grado si sollevarlo oltre la spalla. Livingstone morì nel nord dello Zambia e le sue spoglie, esumate successivamente, furono trasportate per 1600 km fino alla costa per poter poi essere imbarcate per Londra. E furono identificate proprio dalle ossa del braccio mal calcificato. Ossa che sono esposte in una teca nel museo (un po’ macabro, lo so ☠️). Poi vabbè, ho visto un ritratto della moglie ed ho capito perché partisse tanto spesso per esplorare l’Africa nera! 😇

Riunito il gruppo andiamo a vedere le Cascate Vittoria dal lato dello Zambia. Se osservate le cascate noterete che precipitano in una stretta gola. I contrafforti di questa gola sono percorsi da dei sentieri che permettono di ammirare lo spettacolo naturale. Lo Zambia possiede il lato più corto di questi contrafforti – anche se a mio parere il più bello perché da qui si può ammirare il tramonto scendere alle spalle delle cascate. Spettacolo magnifico, senza se e senza ma.

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